Bonelli: “Grillini attaccati al potere. La Tav va rivista e portata al Sud”

L'intervista al coordinatore nazionale dei Verdi

Angelo Bonelli, foto ©LAPRESSE-livieri

NAPOLI – I dati sulla diossina a Taranto tornati a livelli preoccupanti, lo scontro con il governo pentaleghista, l’immobilismo sulla Terra dei fuochi e il pasticcio sulla Tav. Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi, boccia senza mezzi termini l’operato dell’esecutivo di Giuseppe Conte e in particolare l’atteggiamento del Movimento 5 Stelle su alcuni fondamentali temi che riguardano la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Sul caso Ilva si è aperto uno scontro tra i Verdi e il governo, in particolare sui dati relativi alla diossina, tornata a livelli pericolosi a Taranto. Come giudica l’operato dell’esecutivo su questo tema?

Non posso far altro che esprimere una valutazione negativa. E non di poco.

Cosa vi lascia maggiormente perplessi?

Innanzitutto che il subentro al governo del Movimento 5 Stelle, che aveva fatto una campagna elettorale promettendo la chiusura di pozzi inquinanti e una svolta per la tutela dell’ambiente, in realtà si sia concluso con un ok al lavoro fatto dal precedente esecutivo. Una scelta di continuità portata avanti riuscendo persino a peggiorare la parte che riguarda la gestione ambientale, in quanto ha confermato, nonostante la richiesta di eliminarla per legge, l’immunità penale ad Arcelor Mittal. Altra questione è quella relativa ai dati. Un governo che fa continuo riferimento alla trasparenza non dovrebbe mettere noi nella condizione di fornire dati, come se fossimo delle spie. Dovrebbero essere loro a metterli a disposizione di tutti. Siamo stati accusati di procurato allarme dal Movimento 5 Stelle. Un atteggiamento abbastanza squallido. I dati che abbiamo pubblicato per quanto riguarda la diossina, tra l’altro, sono stati confermati in pieno. Anzi, alcuni sono stati persino ritoccati al rialzo.

Eppure fino a poco tempo fa erano battaglie, quelle ambientaliste, che vedevano in prima linea proprio i pentastellati. C’è stato un cambio netto di atteggiamento da quando sono al governo…

Sì. Un cambiamento forte anche nel linguaggio. Quando i deputati del Movimento attaccano le associazioni ambientaliste tarantine di provocare inutili allarmi, si pongono in perfetta continuità, per modalità e linguaggio, con i ministri precedenti, a cominciare da Clini. E’ come se avessero subito una mutazione antropologica. Parecchio accelerata, per altro. 

Il ministro Costa qualche tempo fa ha presentato in Campania il protocollo Terra dei fuochi. Ha portato risultati?

Bisognerebbe chiederlo ai cittadini del cosiddetto ‘triangolo della morte’ a cosa possa servire quel documento. Io francamente non riesco a capirlo. Di recente il ministro ha parlato di cifre nella finanziaria di pochi milioni di euro da destinare alle bonifiche, come se non sapesse che servono investimenti decisamente più ingenti e anche un lavoro di prevenzione e di contrasto a tutta l’economia sommersa gestita dalla criminalità organizzata. Il problema della Terra dei fuochi non è solo lo sversamento e l’occultamento dei rifiuti tossici fatto in passato dalla camorra. Il dramma è reso enorme anche da quell’economia illegale che fa ‘sparire’ residui di lavorazione che sono frutto di lavoro nero. Non c’è stata fino ad oggi una volontà reale di contrastare tutto questo. Non c’è stata un’azione incisiva. Il ministro dell’Interno, però, al momento è impegnato a dire che il problema dell’Italia è quello dei barconi che arrivano, invece di concentrarsi sul contrasto alla criminalità organizzata, a partire anche dal tema della Terra dei fuochi che si collega molto a quelli della sostenibilità ambientale, dell’inquinamento e della tutela della vita. 

Si sta discutendo molto di Tav. Lo scontro all’interno del governo si è fatto molto duro. Che idea ha a riguardo?

Sulla vicenda della Val di Susa il governo ha un approccio molto ideologico. Forse avrebbe dovuto presentare delle alternative, come ha fatto il sindaco di Venaus. Personalmente non sono contrario a prolungare la Tav facendola arrivare al Sud. Non bisogna dimenticare che per arrivare da Roma a Reggio Calabria si impiegano tempi inenarrabili. Se si accelerasse in questo senso si aiuterebbero i cittadini a raggiungere zone del Paese che sono abbastanza isolate, penso a Taranto, a Bari, a Potenza, giusto per citarne alcune. 

Per il Movimento 5 Stelle ridurre il traffico su gomma è un costo e non un beneficio. E’ d’accordo?

Quel passaggio dell’analisi costi-benefici fatta da Ponti mi ha lasciato sconcertato. Non si può portare quella motivazione per dire ‘no’ alla Tav in Val di Susa. Anche noi Verdi sosteniamo che il progetto, per come è strutturato, non va bene e va assolutamente rivisto. In questo senso la proposta del sindaco di Venaus andava presa in considerazione dal governo, ma Palazzo Chigi tace. E’ un piano che consentirebbe di costruire un percorso diverso dell’opera, garantendo comunque il collegamento. A nessuno, però, sembra interessare.

Ponti esprime una posizione nell’analisi costi-benefici e un’altra diametralmente opposta nello studio fatto per l’Unione Europea, come scoperto nelle ultime ore dal Tg di La7. Che ne pensa?

Non ho letto il documento messo a punto per l’Ue, quindi evito di entrare troppo nel merito. Però devo dire che è veramente censurabile considerare un costo il venir meno dei pedaggi dei tir. I mezzi pesanti vanno eliminati dalle autostrade. Il ministro Toninelli ha espresso una posizione analoga per quanto riguarda il Brennero. Ha scritto una lettera all’Ue per protestare contro il provvedimento dell’Austria che chiede la riduzione del passaggio dei tir in autostrada. La posizione del governo di Vienna è molto corretta, lì hanno sviluppato un utilizzo molto importante del trasferimento dei tir su rotaia. Il fatto che Toninelli protesti perché vuole continuare a far transitare i tir sul Brennero, l’autostrada più trafficata di mezzi pesanti, mi lascia francamente molto perplesso.

Il governo secondo lei reggerà nonostante lo scontro sulla Tav?

C’è un collante tra le forze che lo compongon che prescinde dalle questioni ideali e programmatiche che è quello del potere. Di Maio sa bene che se dovesse saltare il governo, non farà mai più il ministro perché sta portando il Movimento 5 Stelle verso una progressiva deriva di perdita di consensi. Di conseguenza sono abbarbicati alla poltrona come mai si è visto nella storia della politica italiana. 

Come vi state preparando alle Europee?

Stiamo lavorando per presentare una lista ecologista, in linea con quanto accade in tutti i Paesi d’Europa. C’è una forte onda verde che si sta realizzando e che avrà un momento culminante nella manifestazione del 15 marzo con lo sciopero sul clima che si terrà in tutto il mondo. Ci presenteramo con una lista ecologista e civica d’accordo con il sindaco di Parma Pizzarotti e tanti primi cittadini d’Italia, da Nord a Sud. Speriamo sia la volta buona per ottenere un buon risultato.

Non pensate di allearvi con il Partito democratico?

No, decisamente no.

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