Brambilla verso la candidatura, tra i grillini fronte anti Manfredi

Comunali a Napoli 2021. L’ex ministro è uomo imposto da Conte, l’avvocato del popolo gli ha già riservato un ruolo nel nuovo M5S. Gli attivisti di Napoli non ci stanno e preparano la contromossa: una lista contro la coalizione. Al via la guerra sul simbolo

NAPOLI (Diego Semola) – Matteo Brambilla, capogruppo del M5S in consiglio comunale, è pronto a candidarsi a sindaco. Perché? Per scoprirlo dobbiamo fare un passo indietro. Gaetano Manfredi è uomo di Giuseppe Conte. Non del Pd o di Vincenzo De Luca. Né tantomeno del Movimento 5 Stelle di Napoli. Il candidato sindaco del centrosinistra è stato voluto, fortemente voluto dall’ex premier, che è stato decisivo per la stesura del ‘Patto per Napoli’ e dell’ok a candidarsi di Manfredi stesso.

Non solo: fonti romane riferiscono che per Manfredi l’avvocato del popolo ha già riservato un importante ruolo nel nuovo Movimento che sta costruendo. Insomma, se qualcuno avesse qualche perplessità, la vicenda è semplice: l’ex rettore della Federico II è stato calato dall’alto dall’ex premier, con cui è stato ministro-amico. I big pentastellati che devono salvarsi la poltrona (vedi alla voce Roberto Fico e Luigi Di Maio) sono stati immediatamente d’accordo. Meno, molto meno d’accordo sono invece i grillini di Napoli. I pentastellati che da 5 anni tengono le fila di un Movimento che dal 2018 in poi ha compiuto mille giravolte trasformiste si sono stufati.

Tanto che ieri si sono riuniti sulla piattaforma Rousseau, messa a disposizione da Davide Casaleggio a tutti i dissidenti o civici che non sono più in linea con le svolte del M5S contiano, per stabilire il dà farsi. Hanno partecipato centinaia di attivisti del meet-up di Napoli, e tanti storici volti dei 5 Stelle delle origini come Salvatore Morra, consigliere della X Municipalità, che spiega: “Non siamo mai stati coinvolti. Eravamo il partito che sceglieva prima i programmi e poi i candidati, che rifiutava l’accozzaglia di liste e 1000 candidati. E’ stato ribaltato tutto. Siamo passati dall’indifferenza di Gramsci al pessimismo di Leopardi. Ma non ci fermiamo”.

Durissimi i commenti dei protagonisti contro l’ex premier, Fico, Di Maio e lo stesso Manfredi. E qui ritorniamo a Brambilla. Chiede ironicamente il capogruppo grillino a Fico: “Che fine ha fatto il destino ed il futuro di quei napoletani che nel 2011 e nel 2016 hanno avuto la possibilità di riconoscersi con una X su una scheda elettorale, in una politica diversa, fatta di cittadini che volevano entrare nelle istituzioni per renderle trasparenti, oneste, credibili, e vicine ai bisogni della gente”.

E poi: “La delusione è durata un attimo, poi mi ha preso quel qualche cosa dentro che mi fa sempre ripartire, come ho fatto nella mia vita decine di volte, quando cado. Sono più determinato di prima, dopo aver letto queste parole. Se ci volete servi, ci avrete ribelli. Napoli non si tocca”. La riunione di ieri, partecipatissima, ha un titolo che è già un manifesto elettorale: ‘Per vincere il Movimento 5 Stelle deve correre da solo’. La piattaforma scelta ha un nome altrettanto battagliere: noalleanze.it. Il percorso che dovrebbe portare alla rottura definitiva non avverrà subito. Perché Brambilla, Morra, la consigliera regionale Marì Muscarà rivendicheranno il simbolo, cercheranno di strapparlo dalle braccia di Conte-Manfredi. Riprendendo, poi, la vicende nazionali che vedono contrapposti l’ex premier e Casaleggio, con l’ombra di Alessandro Di Battista che s’allunga su tutto il Movimento.

Ai guai grillini si aggiunge, poi, l’ormai impossibile unità del centrosinsitra a cui devono far fronte Manfredi e il Pd. Antonio Bassolino e Alessandra Clemente non si ritirano, restano in campo. E Sergio D’Angelo, patron di Gesco, ha rilanciato la sua candidatura annunciando l’accordo stretto con l’ex vicesindaco Tommaso Sodano, le ex assessore Laura Marmorale e Eleonora De Majo, il consigliere Rosario Andreozzi e il presidente della III Municipalità Ivo Poggiani. Tutti nati e cresciuti sotto la stessa di Luigi De Magistris.

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