Brexit: May si aggrappa al quarto voto sull’accordo. Nuovi scenari nel Regno Unito

Theresa May non sembra rassegnata, dopo la terza bocciatura della Camera dei Comuni al suo accordo sulla Brexit. Al momento fra le opzioni più probabili c'è quella dell'uscita del Regno Unito dall'Ue senza accordo. La data chiave è il 12 aprile

AFP PHOTO / LAPRESSE

LONDRATheresa May non si arrende dopo la terza bocciatura rimediata ieri alla Camera dei Comuni (CLICCA QUI) e si aggrappa al quarto voto per l’uscita dall’Ue.

La riduzione dello scarto dai 203 voti di gennaio ai 58 di ieri, fa ipotizzare che si stia andando nella giusta direzione: sebbene l’offerta dell’Ue di rinvio dell’uscita al 22 maggio sia ormai decaduta e resti tempo solo fino al 12 aprile.

Il piano B

Lo affermano fonti di Downing Street citate dai media insistendo che la premier Tory non crede che l’intesa sia morta del tutto, come le chiedono di riconoscere le opposizioni, e vuol continuare a cercare consensi alla Camera.

Il piano del governo sarebbe ora quella di provare a resuscitare l’accordo riproponendolo la settimana prossima a Westminster in un ballottaggio con il piano B alternativo, d’iniziativa parlamentare, che dovesse emergere dalla nuova sessione di ‘voti indicativi’ dell’aula di lunedì. E’ probabile che Theresa May ci voglia riprovare con un quarto voto, sostiene Laura Kuenssberg, political editor di Bbc “ma – avverte – è una decisione presa nel bunker mentre il cerchio si stringe”.

Brexit soft

Lunedì al Parlamento si passa alla seconda fase dei voti indicativi su possibili piani B alternativi. Un’operazione frustrata due giorni fa da un primo risultato negativo – con veti incrociati e un numero di ‘no’ superiore a quello dei ‘sì’ su ciascuna delle 8 opzioni presentate – ma che potrebbe riportare a galla le soluzioni andate più vicine alla maggioranza: con in pole position quella per una Brexit soft con permanenza del Regno nell’unione doganale e di rincalzo quella su un pur problematico referendum confermativo.

La scadenza del 12 aprile

Nel frattempo, comunque, l’orologio continua a correre. L’Ue, dunque, si prepara a un vertice consapevole che a questo punto – come detto – la scadenza secca è per il 12 aprile: data entro la quale, in mancanza di accordo ratificato, il governo britannico dovrà chiedere un rinvio prolungato ancorato a una proposta di soluzione nuova o una svolta politica, oppure disporsi al temuto divorzio senz’accordo (no deal).

La manifestazione pro-Brexit

Ieri i manifestanti a favore dell’uscita dall’Ue hanno preso il controllo della piazza di Londra, per la prima volta da tempo, dopo il voto del Parlamento britannico che ha affondato l’accordo di ‘divorzio’ di Theresa May. La folla degli anti Ue – fatta di simpatizzanti del tribuno euroscettico Nigel Farage, ma anche da frange di estrema destra più minacciose – ha raggiunto l’ordine delle decine di migliaia di fronte a Westminster, prima di iniziare a sciamare al suono della ‘liberty bell’, riproduzione della storica campana della libertà inglese.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome