Brindisi: traffico di droga e armi, 30 indagati, 11 arrestati

Sono 30 gli indagati, 11 dei quali arrestati, nell'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce e chiamata Fire

Foto Carlo Lannutti / LaPresse

BRINDISI – Sono 30 gli indagati, 11 dei quali arrestati, nell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce e chiamata Fire. Cinque persone sono finite in carcere e sei ai domiciliari.

Sotto inchiesta ci sono persone residenti in provincia di Brindisi, tra Mesagne, Ostuni e San Pietro Vernotico. L’ordinanza è stata eseguita questa mattina dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni (Brindisi), in collaborazione con lo squadrone Eliportato Puglia, il 6° Nucleo Elicotteri di Bari e il nucleo cinofili. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti pluriaggravata, spaccio, detenzione illegale di armi, violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale e favoreggiamento personale.

L’inchiesta, così come è stato reso noto oggi nel corso della conferenza stampa, trae origine dall’attentato incendiario che nella notte del 16 agosto 2019 distrusse l’auto di un maresciallo dei carabinieri, all’epoca in servizio presso la stazione di Latiano (Brindisi), parcheggiata nei pressi della sua abitazione. Da qui il nome scelto per il blitz.

L’azione delittuosa sarebbe stata posta in essere come ritorsione per aver contravvenzionato, a seguito di violazioni al codice della strada, un mesagnese ritenuto vicino ad ambienti mafiosi.

“Le indagini, coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Lecce e sviluppate in sinergia con la Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell’Interno, hanno permesso di ipotizzare lo stretto legame tra l’organizzazione criminale e alcuni esponenti della Sacra Corona Unita”, hanno spiegato gli investigatori facendo riferimento al sodalizio di stampo mafioso attivo nel Brindisino.

Una delle basi operative è stata individuata in un circolo ricreativo di Mesagne che, a seguito di perquisizioni, arresti e sequestri di stupefacente, è stato chiuso dagli stessi appartenenti al sodalizio poiché ritenuto non più sicuro per effettuare riunioni. Il gruppo, secondo l’accusa, avrebbe allargato i propri interessi sino a monopolizzare la fornitura di alcune piazze di spaccio a San Pietro Vernotico, Brindisi e anche in Veneto. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 50 chili di droga, tra marijuana, hashish e cocaina, e sono state arrestate in flagranza di reato sette persone.

Alcuni degli indagati sono accusati anche di aver avuto la disponibilità di armi da fuoco, tra cui due pistole e un fucile a pompa,

(LaPresse)

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