SAN CIPRIANO D’AVERSA – Se, come sospetta la Dda di Napoli, non è morto nel maggio del 1988, in Brasile, per mano di Mario Iovine, significa che Antonio Bardellino ha mantenuto fede, per almeno 30 anni, al patto che, verosimilmente, aveva stretto con chi decise di risparmiargli la vita: la salvezza in cambio della sua permanenza oltreoceano e della conseguente uscita dalle scene criminali campane. E, infatti, né il suo fantasma né i suoi familiari per tantissimo tempo sono stati presenti nei teatri malavitosi di Terra di Lavoro (ad eccezione della puntata a Casale, nel 2009, del nipote Paride Salzillo – che merita un capitolo a parte – finita nel sangue).
Questione di date
Il pubblico ministero Vincenzo Ranieri ha registrato contatti tra bardelliniani e clan dei Casalesi a partire dal 2019. Questa data è successiva alla dichiarazione di morte presunta del mafioso presentata dai suoi parenti: un procedimento che fu avviato nel 2017 e concluso l’anno successivo. Ma per quale ragione attivarla a quasi 30 anni dall’ipotizzato omicidio? È l’interrogativo che si sono posti gli investigatori.
Forse perché Bardellino è morto non nel 1988, ma proprio nel 2017 (quando fu presentata la dichiarazione): è un’ipotesi. Tuttavia, è proprio dando credito a questa ricostruzione, con il boss passato a miglior vita 6 anni fa e (elemento da non sottovalutare) gli Schiavone falcidiati da arresti e pentimenti, che potremmo dare una logica temporale al perché i Bardellino, che si erano stabiliti a Formia, si sarebbero sentiti liberi di riallacciare solo recentemente (4 anni fa) in modo diretto i rapporti con l’Agro aversano (ed è il tema dell’indagine, condotta da Ranieri, che coinvolge i cugini Gustavo e Calisto Bardellino, Vincenzo Di Caterino e Romolo Corvino, tutti accusati di associazione di stampo mafioso).
Ripetiamo, solo ipotesi. Ma per verificare se sono fondate o meno un modo ci sarebbe. Quale? Raccogliere prove che dimostrino la non corrispondenza al vero di quanto delineato nella sentenza del processo Spartacus (cioè che Bardellino venne assassinato in Brasile da Iovine).
La terza figlia
Abbiamo già scritto in questi giorni di foto, intercettazioni, avvistamenti e testimonianze rese da chi sostiene aver incontrato Antonio Bardellino (il formiano Giuseppe Favoccia, ad esempio, afferma di averlo incrociato a New York). Tuttavia, ci sono anche altri elementi che, secondo il pubblico ministero Ranieri, meritano attenzione e che potrebbero rafforzare l’ipotesi di un Bardellino, se non ancora in vita, di certo non ammazzato 35 anni fa. Tra questi elementi c’è il giallo sulla paternità di una figlia.
Procediamo con ordine. Il mafioso, nato il 4 maggio 1945 a San Cipriano d’Aversa, ha avuto due relazioni significative nella sua vita. La prima è con Maria Immacolata Bretto, che sposò prima di partire per il Sudamerica, e da cui avrebbe avuto un figlio, Salvatore Bretto (come ricostruito dai carabinieri). La seconda è con Rita De Vita, residente a Santo Domingo. E dal rapporto con quest’ultima (hanno contratto matrimonio con rito civile il 17 settembre 1985), il boss ha avuto tre figli. I due maschi portano il cognome della madre: si tratta di Gustavo e Riccardo De Vita, nati rispettivamente nel 1979 e nel 1980 a Napoli. Nel 1986 nasce a Santo Domingo, invece, Tiziana Antonietta Bardellino e nel 1992 la madre, Rita, la registra allo Stato civile di Formia. Fin qui tutto normale. Ma all’ufficio del Comune laziale la signora dichiara che il padre della giovane è tale Marco Bardellino Diana. Chi è questo soggetto che la De Vita ha scelto come genitore della terza figlia concepita con il mafioso? Gli investigatori lo tracciano come un soggetto “non meglio identificato”. Tiziana Antonietta Bardellino, a differenza dei fratelli che vivono in Sudamerica, ha Formia come sua ultima residenza conosciuta. Tuttavia, di lei non si hanno più notizie dal 2002. Comprendere l’identità del misterioso Marco Bardellino Diana potrebbe aiutare a fare chiarezza sulla scomparsa del boss.
Le foto chieste a Gustavo
La Dda, impegnata nella caccia a Bardellino, si è concentrata pure su un viaggio compiuto da Gustavo Bardellino, figlio di Silvio (fratello di Antonio), a Santo Domingo. Salvatore Bardellino, altro germano del mafioso, è stato intercettato mentre chiedeva a più riprese al nipote Gustavo di ottenere delle foto dei suoi figli, scattate durante un viaggio che aveva fatto proprio a Santo Domingo. Ciò che ha insospettito gli investigatori è il fatto che Gustavo ha un solo figlio e che quest’ultimo non aveva fatto alcun viaggio con il padre nella Repubblica Dominicana. A quale foto faceva riferimento Salvatore Bardellino? In effetti, Gustavo fece un viaggio a Santo Domingo nel 2010, ma c’erano con lui solo l’ex convivente e un’altra coppia. Del figlio nemmeno l’ombra.
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