Caccia al boss Antonio Bardellino, il nipote: “Zio è in America, è forte”

Antonio Bardellino, Angelo Bardellino e Francesco Schiavone

S. CIPRIANO D’AVERSA – “Sta negli Stati Uniti, sta in America, sta in Messico. È giovane e forte”: parole di Angelo Bardellino. Parole ascoltate dagli agenti della guardia di finanza undici anni fa. Parole che, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, facevano riferimento ad Antonio Bardellino, il boss di San Cipriano d’Aversa scomparso 35 anni fa in Brasile. Angelo, il nipote del mafioso (è il figlio del fratello Ernesto) stava parlando con la figlia e, a quanto pare, le stava raccontando proprio delle imprese dello zio, mostrandole tutta l’ammirazione che aveva per il criminale: “Un uomo fortissimo! È uno che ha fatto lavorare un sacco di gente, un grande uomo. […] Io ho preso da zio Antonio”.

Le indagini

Esaltazione del boss a parte, per la Dda si tratta di una conversazione importante perché Angelo Bardellino faceva riferimento al boss come a una persona ancora in vita (almeno nel 2012): “Sta in America. Sta in Messico”. Frasi che rappresentano un ulteriore elemento a sostegno della tesi, a cui sta lavorando l’Antimafia partenopea. Quale? Che Antonio Bardellino non sia stato ucciso, come attesta, invece, la sentenza del processo Spartacus, in Brasile, nel 1988, per mano di Mario Iovine , alias Marittiello (e su ordine di quello che da lì a breve sarebbe diventato il capoclan, Francesco Sandokan Schiavone di Casal di Principe), ma, scegliendo di uscire dalla scena, almeno dalla zona dell’Agro aversano, sarebbe riuscito a salvare la sua vita (convincendo Marittiello a non ucciderlo) e quella dei suoi familiari (spostandoli nel Basso Lazio).

Le due foto

Tra le prove che stanno spingendo la Dda a credere a questa versione alternativa ci sono due foto, di uomini tra i 60 e i 70 anni, che risultano avere una compatibilità totale, dicono gli esperti che le hanno analizzate, con la fotosegnalatica di Antonio Bardellino. Cosa significa? Che se il soggetto dei due scatti (uno trovato durante il blitz che portò all’arresto di Angelo Bardellino, l’altro recuperata da una fonte investigativa) corrisponde al sanciprianese ed ha tra i 60 e i 70 anni (al momento dell’esecuzione della foto), il mafioso non può essere stato ucciso nel 1988, quando aveva 43 anni.

La conversazione

Sotto la lente dell’Antimafia c’è anche una conversazione tra Silvio Bardellino e il nipote Gustavo De Vita, figlio di Antonio Bardellino e di Rosa De Vita (la donna che seguì il boss a Santo Domingo). Silvio, durante la conversazione, gli dice: “Il lavoro non c’è, ma la salute va bene”. E poi: “Saluta papà”. Per gli inquirenti si tratta di messaggi che doveva far pervenire a qualcuno per renderlo edotto dello stato delle attività in Italia. Ma c’è anche un altro aspetto: il papà di Gustavo De Vita, ovvero Antonio Bardellino, dovrebbe essere morto. E quindi, chiedendo al nipote di salutargli papà, Silvio a chi si riferiva? Mistero.

L’inchiesta

La figura del sanciprianese è tornata al centro dell’attenzione della Dda perché è in corso un’indagine tesa a verificare l’esistenza di un presunto cartello criminale che vede alleati gli eredi di Bardellino, cioè i nipoti Gustavo e Calisto Bardellino, e il clan dei Casalesi. Stando a quanto finora raccolto dal pubblico ministero Vincenzo Ranieri, i Bardellino avrebbero versato almeno dal maggio 2019 parte dei proventi che incassavano da business illeciti attivi a Formia. In relazione a questa azione investigativa e alle ricerche di Antonio Bardellino, la scorsa settimana sono state eseguite numerose perquisizioni a casa di familiari del sanciprianese e di persone che potenzialmente sarebbero potute essere in contatto con lui negli ultim 20 anni.
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