Cagliari, maxi sequestro di cocaina: arrestato un corriere bergamasco

Operazione dei Carabinieri

Foto Carlo Lannutti / LaPresse

CAGLIARI – Un normale controllo di un’auto in transito lungo una delle strade più trafficate, che collegano Cagliari con il nord della Sardegna, si è trasformato “in uno dei più ingenti sequestri di cocaina degli ultimi anni” da 11 chilogrammi di cocaina purissima. Lo fanno sapere i carabinieri. È avvenuto il tutto nel corso della nottata di ieri, sulla Ss131 all’altezza di S. Sperate alle porte del capoluogo sardo, quando una pattuglia della sezione radiomobile dei militari dell’Arma di Cagliari decide di far accostare un’utilitaria, con a bordo un uomo e una donna con un minorenne. Risultato essere poi il figlio della donna, che in quel momento stavano percorrendo la strada statale in direzione Cagliari.

Alla richiesta dei documenti la coppia – entrambi della provincia di Bergamo – è sembrata sin dall’inizio nervosa. Atteggiamento che ha fatto subito insospettire i due militari che, dopo aver effettuato i previsti controlli sull’identità dei fermati con la centrale operativa, hanno deciso di ispezionare il veicolo. E far giungere sul posto un’unità cinofila antidroga dei carabinieri per approfondire la perquisizione veicolare.

È bastato a quel punto che York, pastore tedesco di 4 anni, entrasse nell’abitacolo e segnalasse la presenza di stupefacente. Per confermare i sospetti iniziali e accompagnare la coppia al comando provinciale dei carabinieri di via Nuoro per ‘smontare’ la macchina. 9 panetti sigillati del peso complessivo di quasi 11 chilogrammi di cocaina purissima al 85% occultati tra la carrozzeria e i pannelli posteriori interni. Un valore d’affari sulla piazza di spaccio di oltre un milione e mezzo di euro. L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato portato nel carcere di Uta: dovrà rispondere del reato di traffico di sostanze stupefacenti. È verosimile che l’intero quantitativo di droga sequestrato fosse diretto per l’approvvigionamento delle aree di spaccio del capoluogo.

(LaPresse)

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