Calcio: Palermo dal fallimento agli sceicchi, al via l’era Mansour per il sogno A

Palermo e i palermitani tornano a sognare. La serie A, addirittura l'Europa.

Foto Davide Anastasi/LaPresse

PALERMO – Palermo e i palermitani tornano a sognare. La serie A, addirittura l’Europa. Dopo la disgraziata parabola dell’era Zamparini e il faticoso ma straordinario percorso del presidente Dario Mirri, da oggi i rosanero entrano nella galassia calcistica più importante al mondo: il City Group, la corazzata dello sceicco Mansour (e di altri investitori arabi, americani e cinesi) che oltre al Manchester City ha altri undici club in tutti i continenti. Giusto per dare un’idea si parla di una holding del pallone che quest’anno, oltre alla Premier League, ha già vinto 4 campionati e centrato due promozioni con un parco giocatori che nessun’altra big europea può vantare. “Abbiamo voluto con tutta la nostra forza che Palermo entrasse in famiglia. Per noi è un’opportunità incredibile” ha più volte detto l’amministratore delegato del City Group Ferran Soriano mentre passeggiava sul prato dello stadio Renzo Barbera con il presidente Mirri e la bandiera rosanero al collo.Per la prima volta da più di un decennio a Palermo si è tornati a respirare aria di riscossa. Soriano e il suo staff si sono presentati a un migliaio di tifosi e alla città. Foto, strette di mano, conferenza stampa e grandi sorrisi e prima di incontrare il neosindaco Roberto Lagalla in Comune, un primo approccio con uno dei tasselli fondamentali per la riuscita dell’operazione City-Palermo. In un perfetto italiano Soriano ha messo subito le cose in chiaro: “Il progetto è raggiungere la serie A il prima possibile, ma il primo obiettivo da centrare a ogni costo è consolidare la serie B”. Non ci sono scadenze, anche se è chiaro che il salto lo tenteranno già quest’anno perché i diritti della serie A valgono oro e perché nella massima serie possono arrivare anche i giocatori extracomunitari della galassia City. Ma per compiere il vero progetto c’è bisogno della nuova casa del Palermo, la struttura di allenamento che dovrebbe sorgere a Torretta alle porte della città, un make up profondo al Barbera e tanta, tanta gente allo stadio ogni partita.

Tifosi e città sperano nei soldi dello sceicco e nei giocatori (molti? pochi? Non è ancora chiaro) che arriveranno alla corte di Silvio Baldini dalle altre 12 società di famiglia. In realtà la grande novità, che rompe di netto con le precedenti gestioni, è l’arrivo all’ombra di Monte Pellegrino del “sistema City”: metodi di allenamento, marketing integrato, tecnologia applicata a tutti i settori del club. “Siamo qui per portare il nostro know-how che è molto e per dare un aiuto finanziario, consapevoli della forza del nostro modello – ci ha tenuto a precisare Soriano alla sua prima al Barbera – ma con la massima umiltà, sapendo che Palermo è una città particolare e merita la nostra attenzione particolare”.Per l’organigramma definitivo bisognerà aspettare la fine della settimana. Per ora confermatissimo Dario Mirri che continuerà a presiedere il club con il 20 per cento del pacchetto azionario. “Non ci saremmo mai lanciati in questo progetto senza Dario Mirri – ha svelato Soriano – abbiamo visto il lavoro che ha fatto negli ultimi anni. Per questo resterà presidente del club, noi lo supporteremo con le nostre competenze”. Silvio Baldini alla guida tecnica e Renzo Castagnini direttore sportivo. Da definire direttore generale e amministratore delegato, ma su quest’ultimo la nomina di Giovanni Gardini è solo una formalità. “Giovanni Gardini è stato un uomo fondamentale nel far entrare il Palermo nella nostra famiglia – ha concluso Soriano – Il suo ruolo nel club verrà ufficializzato nei prossimi giorni”.

di Francesco Patanè

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