Camorra, la Dda vuole in cella i Capaldo, Siciliano e Ottimo

Ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame di liberarli

CASAPESENNA – La Procura di Napoli vuole in carcere i tre fratelli Capaldo, nipoti del boss Michele Zagaria, e gli imprenditori Alfonso Ottimo, 55enne di Frignano, e Paolo Siciliano, 57enne di Capodrise: ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame, presa l’8 febbraio scorso, di annullare l’ordinanza cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari l’11 gennaio. I cinque, per la Dda, hanno partecipato alle attività della fazione Zagaria del clan dei Casalesi. Filippo Capaldo, 43enne (già in prigione per altre vicende giudiziarie) dall’ottobre 2015 all’aprile 2019 avrebbe ricoperto il ruolo di capoclan. Anche dalla prigione, sostiene l’Antimafia, attraverso i colloqui impartiva gli ordini ai fratelli Nicola, 40enne, e Mario Francesco, 28enne, che, a loro volto, dovevano riportare “ai sodali in libertà, fra cui Ottimo e Siciliano, principali soci della famiglia Capaldo nel settore della commercializzazione e della distribuzione di prodotti alimentari”.

Siciliano, stando alla tesi della Dda, dal 2000 al 2019, ha avuto il ruolo di socio stabile dei Capaldo almeno nella società Distribuzioni Siciliano, con cui gestiva diversi supermercati ad insegna Pellicano, attivi nel Casertano e nella provincia di Napoli, assicurando a Filippo Capaldo “non solo una formale attività lavorativa, ma anche uno stabile profitto, consegnato a titolo di utili societari attraverso versamenti in contati”.

Omologo di Siciliano sarebbe stato Ottimo che, dice la Procura distrettuale, aveva “un rapporto di grossa fiducia che lo legava a Filippo Capaldo e Pasquale Zagaria (fratello di Michele, ndr) fin dagli inizi del 2000”. Attraverso le sue attività imprenditoriali, Ottimo, secondo l’accusa, “procurava ingenti utili societari ai Capaldo versandoli in contati nelle mani di singoli componenti, fra cui Mario Francesco”. Tesi che erano state ritenute valide ai fini cautelari dal gip Leda Rossetti, ma non dal Riesame che ha deciso di liberare i cinque indagati. Il caso adesso sarà affrontato dalla Cassazione nell’udienza che sarà celebrata fra 10 giorni. Ad assisterli gli avvocati Giuseppe Stellato, Ferdinando Letizia, Claudio Sgambato e Federico Simoncelli. L’indagine che ha tirato in ballo i Capaldo, Ottimo e Siciliano, coordinata dal pm Maurizio Giordano, è stata realizzata dai carabinieri del Ros.

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