Casal di Principe, un immobile comprato all’asta la causa della rottura tra Schiavone e Bidognetti

CASAL DI PRINCIPE – Sarebbe stato un affare immobiliare a determinare la rottura dei rapporti tra Emanuele Libero Schiavone e Gianluca Bidognetti Nanà.
Il figlio del capoclan (da marzo collaboratore di giustizia) Francesco Sandokan Schiavone, quando ancora si trovava in prigione, in Sicilia (adesso è libero), ha imposto un ‘esilio’ da Casal di Principe al figlio del boss Cicciotto ‘e mezzanotte: Gianluca, una volta scarcerato, non avrebbe potuto vivere nell’Agro Aversano, ma trasferirsi insieme alla sorella Teresa e al cognato Vincenzo D’Angelo Biscotti (ora pentito) a Castelvolturno.
Cosa avrebbe spinto Emanuele Libero a disporre una misura cosi forte per l’amico e collega di mafia? La compravendita di un appartamento riconducibile alla famiglia di Giovanna Caterino (non indagata), moglie di Federico Barrino, ritenuto dalla Dda esponente del gruppo Bidognetti e legatissimo a Gianluca (sarebbe stato lui, quando era libero, a ricevere le chiamate che il figlio di Cicciotto ‘e mezzanotte faceva dal carcere, per dettare la linea alla cosca, e a smistarle agli altri affiliati).
L’immobile era finito all’asta giudiziaria e lo comprò un’agenzia immobiliare con sede ad Aversa. Gianluca Bidognetti, informato di questa vicenda, avrebbe tentato di bloccare la vendita della casa per tutelare Barrino. Come? Inviando due napoletani.
Gli agenti della Dia sono venuti a conoscenza di tale vicenda perché oggetto di una conversazione, intercettata, avvenuta tra Nicola Schiavone ‘o russ e i suoi familiari nel 2021 nella casa dei genitori.
La compravendita risale al 2017 e chi utilizzò l’agenzia immobiliare di Aversa per prendere la casa sosteneva di aver chiesto l’autorizzazione all’acquisto sia a Nicola Schiavone, primogenito di Sandokan (all’epoca non ancora collaboratore di giustizia – inizierà il percorso nel 2018), sia proprio a ‘o russ (anche se quest’ultimo si mostrò non convinto di essere stato messo al corrente, al tempo, dell’affare).
Il dialogo ascoltato dalla Dia sull’esilio imposto a Bidognetti e sulle sue presunte cause è tra gli atti di una recente indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, incentrata proprio sugli affari del gruppo Schiavone. Tra gli effetti di questa attività investigativa ci sono l’arresto (avvenuto nel 2022) e la condanna (datata marzo scorso) di Nicola Schiavone ‘o russ, accusato di associazione mafiosa.
Emanuele Libero è stato scarcerato ad aprile dopo aver trascorso circa 12 anni in prigione: non ha aderito al programma di protezione offertogli dopo il pentimento del padre e vive nella casa di via Bologna insieme al fratello Ivanhoe.
È ancora in cella, invece, Gianluca Bidognetti che, per i suoi presunti ordini dati dal carcere, è stato condannato in primo grado a 12 anni per associazione mafiosa.
L’inchiesta che ha coinvolto il figlio di Cicciotto ‘e mezzanotte ha trascinato in tribunale pure Barrino causandogli una condanna (con rito abbreviato) per mafia a 8 anni di reclusione.

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