Caso Diciotti, anche gli atti di Conte, Di Maio e Toninelli in procura. La Lega: “Non temiamo il voto dei 5 Stelle”

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – Il caso Diciotti potrebbe essere il granello di sabbia nell’ingranaggio imperfetto del già precario governo Lega-5 Stelle. Sono infatti arrivati alla Procura di Catania gli atti firmati dal premier Giuseppe Conte, dal vicepremier Luigi Di Maio e dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli allegati alle memorie di Matteo Salvini, sotto giudizio della Giunta per l’immunità del Senato. Li ha trasmessi la presidenza di Palazzo Madama e sono ora in mano del procuratore Carmelo Zuccaro. Ma a tenere in apprensione è il voto online tra gli iscritti 5 Stelle, chiamati a decidere sull’autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista.

Gli atti di Di Maio, Conte e Toninelli finiscono in procura

L’apertura del fascicolo con gli atti firmati da Conte, Toninelli e Di Maio è un atto dovuto e può essere propedeutico all’iscrizione nel registro degli indagati dei tre esponenti del governo.

Il procuratore di Catania ha già chiesto l’archiviazione nei confronti di Salvini: la sua azione di ritardo dello sbarco dei migranti della nave Diciotti era giustificato “dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale“. Ma questa tesi non è stata condivisa dal Tribunale per i ministri, che ha invece richiesto l’autorizzazione a procedere. Se la stessa sorte dovesse toccare a Di Maio, Conte e Toninelli ci ritroveremo di fatto un governo intero chiamato a rispondere di fronte alla magistratura delle proprie azioni.5 Stelle per il ‘no’, rimettono la decisione agli attivisti. La Lega: “Non temiamo il voto”

Autorizzazione a procedere, scelgono gli attivisti 5 Stelle

Ma la questione è e rimane politica. Il Movimento 5 Stelle, pilatescamente, ha rimesso la sua decisione al voto tra gli iscritti sulla piattaforma Rousseau. Un tentativo di non ‘tradire’ i suoi principi storici, quelli contro ogni tipo di immunità, e, allo stesso tempo, di non creare uno scontro aperto con la Lega. Neanche a dirlo, entrambi gli obiettivi non sono stati raggiunti.

Sferzante la Lega: “Non temiamo il voto online”

I pentastellati ortodossi continuano a chiedere il Si al processo Diciotti, mentre la Lega ironizza e mostra i muscoli: “Non temiamo il voto online del M5s sul caso Diciotti e la piattaforma Rousseau non mette a rischio il governo che è stabile e sta lavorando bene. Son cose assolutamente diverse e aspettiamo il voto in Parlamento”, così il ministro dell’Agricoltura Gianmarco Centinaio.

I ministri di questo governo, M5S compresi, dicono che non c’è stato un interesse personale da parte del ministro dell’Interno, ma una decisione collegiale, allora dovrebbero votare sì anche per Centinaio, Conte, Di Maio“. La votazione online avrà luogo tra domenica e lunedì, in tempo per comunicare i risultati all’assemblea dei parlamentari prevista per lunedì sera. In quel consesso Di Maio spiegherà ai parlamentari le novità in casa pentastellata. Dal team di coordinamento locale all’apertura alle liste civiche. La formulazione del quesito dovrebbe produrla Mario Giarrusso, anche se il senatore sembrava propenso per il ‘no’.

Berlusconi: “Begli alleati si è scelto Matteo”

Il no sembrala strada preferita dai big del Movimento. I motivi sono tanti. Il rischio di essere coinvolti in prima persona non fa piacere a nessuno, così come trovarsi un governo ‘zoppo’ poco prima delle Europee. Ma soprattutto nessuno vuole rendere martire Matteo Salvini. La sconfitta in Abruzzo brucia ancora tanto. E così la decisione di rimettere tutto in mano agli attivisti. Decisione che ha trovato il commento ironico di Silvio Berlusconi: “Begli alleati si è trovato Salvini, si rifletta su questo”.

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