Caso Siri, Salvini: “I processi non si fanno in Parlamento”. Di Maio: “Lasci il posto libero nel governo)

Scontro tra il leader della Lega e il vicepremier grillino

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – “I processi non si fanno in Parlamento”: parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini riferite sull’inchiesta che ha coinvolto il sottosegretario Armando Siri. “Non faccio il giudice o l’avvocato e non ho gli elementi, dico solo che non è da paese civile che ci siano sui giornali fatti non a conoscenza degli indagati né dagli avvocati”.

La stoccata di Di Maio

L’intervento del leader del Carroccio non è piaciuto a Luigi Di Maio: “Anche Berlusconi diceva che i processi non si fanno in parlamento o sui giornali. E mentre lo diceva – ha spiegato il vicepremier grillino – accomodandosi sulla lunghezza dei processi, continuava a mangiarsi il Paese. Dispiace che anche Salvini la pensi allo stesso modo. Non è questione di dove si fanno i processi, a nostro avviso, ma questione di opportunità politica”.

Non esiste autosospensione

Il capo del Mise, nonostante la durezza del suo intervento, apre uno spiraglio: “L’autosospensione non esiste poi se il tema è che Siri, se risulterà prosciolto da quest’inchiesta, vuole tornare io sarò il primo a volerlo. Ma la fattispecie di autosospensione non esiste, quindi evitiamo di prenderci in giro e non ho mai sentito Conte nominarla”. Di Maio ha invitato di nuovo il sottosegretario a lasciare il suo incarico: “Lasci il posto nel governo, continuerà a fare il senatore”

Chi è Siri

Siri è approdato in Lega che aveva già quarant’ anni, dopo un denso ventennio di attività politica presso altri lidi. Ma ha spaccato subito.

Le scommesse

Due le sue scommesse vincenti: la flat tax alla leghista, che è stata, con la demolizione della Fornero, l’ arma vincente del Carroccio alle Politiche del 2018, e la Scuola Politica della Lega.

La promessa mancata è l’aliquota unica, tranne che per le partite Iva sotto i 65mila euro l’ anno.

Da un paio di mesi, Siri si era attivato per inserirne altri pezzi nella prossima Finanziaria, a beneficio di famiglie è aziende. Costa 13 miliardi, secondo le sue stime, e Salvini si è convinto a riproporla alla vigilia delle elezioni Europee.

Lo schema è semplice: se il 26 maggio si vince, si forza la Ue così da far slittare di un anno lo scatto delle clausole di salvaguardia dell’ Iva e si usano i soldi risparmiati per varare un altro troncone di flat tax. I grillini non gradiscono, e probabilmente anche per questo si accaniscono particolarmente contro Siri, anche con argomenti pretestuosi.

La bancarotta

D’ altronde, Di Maio e soci lo individuarono subito come il leghista più distante da loro, tant’è che un anno fa boicottarono la sua nomina a ministro. La scusa era il patteggiamento per bancarotta di una società da lui presieduta, la MediaItalia, indebitata per un milione di euro e accusata di aver evaso 162mila euro. L’ interessato ha sempre sostenuto di aver patteggiato un anno e otto mesi di reclusione perché non poteva permettersi di affrontare le spese legali.


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