Catania, sequestrati 690mila euro di beni ad una ditta di recupero rottami

La guardia di finanza di Catania ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per 690mila euro

Guardia di Finanza
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

CATANIA (LaPresse) – Catania, sequestrati 690mila euro di beni ad una ditta di recupero rottami. La guardia di finanza di Catania ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per 690mila euro. Nei confronti di una ditta del settore del recupero di rottami metallici con sede ad Acireale. Il rappresentante 50enne dell’azienda è ritenuto responsabile di utilizzo di fatture false e dichiarazione infedele.

Secondo quanto ricostruito dai militari l’uomo, dal 2013 al 2016, per evadere le imposte aveva realizzato fatture false di acquisto, ricevute da 10 fornitori compiacenti, così da documentare maggiori costi e ridurre gli utili finali della sua impresa. Per fare ciò avrebbe inserito in contabilità fatture per operazioni inesistenti per oltre 870mila euro, evadendo imposte per 400mila euro. Inoltre, l’uomo nello stesso periodo arebbe indicato nelle dichiarazioni dei redditi ricavi inferiori agli effettivi, per una differenza di 625mila euro, a cui corrisponde un’evasione di 290mila.

Catania, le indagini partite da una verifica fiscale

Le indagini della polizia giudiziaria hanno tratto origine dagli esiti di una verifica fiscale eseguita dalla guardia di finanza sulla ditta. Le fiamme gialle hanno scoperto diverse fatture false emesse da aziende catanesi che, oltre a presentare tutte il medesimo format e documentare la fornitura di quantità enormi di rottami, erano caratterizzate dall’indicazione che il pagamento fosse avvenuto in contanti. Inoltre, i militari hanno rilevato che, per ridurre l’utile finale dell’impresa, l’uomo aveva intascato buona parte dei pagamenti in contanti, senza emettere fattura e senza registrarli in contabilità. Li aveva poi fatti rientrare nel circuito aziendale sotto forma di autofinanziamenti perchè non soggetti a tassazione.

Il gip di Catania ha disposto il sequestro preventivo di denaro disponibile sui rapporti bancari riconducibili alla ditta e all’indagato. Nei confronti di quest’ultimo il provvedimento riguarda anche beni mobili o immobili registrati o nella sua disponibilità. Nello specifico, i finanzieri hanno sequestrato quattro conti correnti, una polizza vita, un libretto postale e tre vetture per 690mila euro.

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