Centrodestra, Salvini incassa la fiducia della Lega: “Allargare alleanza”. Meloni: “No federazioni innaturali”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Giorgia Meloni, Matteo Salvini

ROMA “Il centrodestra si ricostruisce, non c’è problema”. Ne è convinto Matteo Salvini dopo aver assistito, dal centro della scena, all’implosione della coalizione avvenuta con l’elezione del presidente della Repubblica. Il segretario della Lega non fa passi indietro rispetto a quanto avvenuto alla Camera e anzi – nel giorno in cui il Consiglio federale gli conferma “piena fiducia” dandogli mandato di lavorare “per creare, allargare e potenziare un’alleanza alternativa alla sinistra” – rivendica la virata sul Mattarella bis “che ha messo fine all’ipocrisia” e ai veti incrociati delle forze politiche.

Certo, rimettere insieme i cocci stavolta non sarà così facile viste le distanze registrate con Forza Italia e Fdi. E anche i rapporti coi centristi di Coraggio Italia sono ai minimi termini, col deputato leghista Edoardo Rixi che ha accusato apertamente Giovanni Toti di tradimento per il mancato sostegno alla candidatura della Casellati.

Il Capitano è meno tranchant (“non do del traditore a nessuno, e lavoro per unire”) ma non risparmia battute: “La giunta ligure va avanti però posso dire che un governatore che fa anche l’assessore al Bilancio e l’assessore alla Sanità o è Superman oppure…”, lasciando aperta l’eventualità di uno scossone nella Regione.

Al centro della discussione resta il progetto di federazione, sul modello del Partito Repubblicano americano, ipotizzato da Salvini ma rispedito al mittente da Giorgia Meloni. “L’Italia affonda ma i partiti che sostengono questo Governo sono impegnati a dar vita ad alleanze e federazioni del tutto innaturali pur di sopravvivere”, l’affondo social della presidente di Fdi che guarda sempre alle elezioni: “Ridiamo la parola al popolo italiano che in democrazia è sovrano”.

Agli attacchi della Meloni il leader del Carroccio preferisce non rispondere, evitando così di allargare la faglia: “Porta sempre aperta per Meloni? Io non dico di no mai a nessuno. Lavoro per unire, non per dividere. Non voglio litigare con nessuno”. Ecco quindi che la proposta della Lega “sarà unitaria e rivolta al futuro”. Bisogna adesso capire se l’orizzonte è lo stesso a cui aspirano gli (ex) alleati, peraltro divisi pure sul tema della legge elettorale, tra chi spinge per il proporzionale e chi per il maggioritario.

A ragionare sul nuovo ‘contenitore’ è Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia, netto nell’affermare che una federazione è possibile “solo con chi si riconosce nel Ppe”. “Salvini è una persona sveglia e sa che dopo averlo rinviato più volte è arrivato a quel bivio inevitabile e deve scegliere – rimarca -: di là è carne, di qua è pesce. Di là è Merkel, di qua è Orban. Non si può stare con Merkel e con Orban. Ecco perché una riforma elettorale proporzionale sarebbe di grande aiuto anche per Lega e Fratelli d’Italia poiché sarebbero costretti a dichiarare la loro identità politica senza più nascondersi in una fumosa coalizione né carne né pesce”.

Secondo Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, è invece comunque un bene che Salvini abbia capito che la direzione da prendere è quella del Partito Repubblicano (“l’idea fu di Silvio Berlusconi, è il suo sogno”), ma “le cose non si fanno né con una fusione a freddo né sull’onda degli ‘stimoli’ di questa settimana” quirinalizia. “Serve necessariamente una condivisione e un confronto, e anche una comunità di intenti e valori”, ricorda la fedelissima del Cavaliere, che oggi è tornato all’ospedale San Raffaele per una breve visita di controllo.

Ieri l’uomo di Arcore aveva ricevuto la visita proprio di Salvini (“al di là della politica sono contento di aver riabbracciato un amico che ha passato brutti momenti” le parole del leghista), che incassa oggi il via libera unanime dal Federale su alcuni obiettivi per i prossimi mesi, alcuni dei quali (no a nuove tasse sulla casa e alla riforma del catasto, no a nuove restrizioni e – in tema di Dad a scuola – nessuna differenziazione tra bimbi vaccinati e non vaccinati) vorrebbe affrontare in un faccia a faccia col premier Mario Draghi “già in settimana”. Di vertici di coalizione al momento invece nessuna traccia.(LaPresse)

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