SAN CIPRIANO D’AVERSA – Gli arresti, le confische e il pentitismo: l’imponente lavoro della Direzione distrettuale antimafia di Napoli è riuscita ad assestare negli ultimi anni duri colpi alle cosche Schiavone e Bidognetti. Le loro truppe che occupavano il territorio sono state sostanzialmente smantellate. Il momento di oggettiva difficoltà vissuto da questi gruppi malavitosi ha inevitabilmente creato dei vuoti: si tratta di spazi che, a chi vive nel crimine, fanno gola. E lì, infatti, si sono catapultati nuove leve, spesso si tratta di familiari di storici boss, e affiliati che dall’occupare originariamente un ruolo marginale nell’organizzazione mafiosa ora, con la maggior parte dei loro colleghi fuori gioco, si ritrovano con i galloni di comandante.
‘O barone
I militari dell’Arma e gli agenti della polizia di Stato hanno registrato negli ultimi due anni la graduale crescita criminale del gruppo Martinelli. Al vertice di questa compagine, sostengono gli investigatori, ci sarebbe Emilio, detto ‘o barone, figlio del killer Enrico. Quando ancora i Bidognetti erano in forze, avrebbe dato il proprio contributo, ritengono i militari, a Oreste Reccia (recentemente condannato per mafia) e aiutato anche al sostentamento della famiglia di Cicciotto ‘e mezzanotte. Ma ultimamente si sarebbe affrancato dalla cosca ritagliandosi uno spazio autonomo (almeno questo riferì Vincenzo D’Angelo, genero di Francesco Bidognetti e dallo scorso dicembre pentito, a Ivanhoe Schiavone, figlio di Francesco Sandokan, in un loro confronto monitorato dall’Arma).
Sotto la lente dei militari c’è la relazione che Emilio Martinelli avrebbe con il gruppo Marino di Napoli (un rapporto che gli darebbe non poca forza criminale verosimilmente nel mondo dello smercio della droga). Tra i temi oggetto di indagine ci sarebbero pure i suoi business legati alla vendita del latte di bufala.
Il ritorno dei De Falco nel clan dei Casalesi
Ad affiancarlo in questa avanzata nei territori lasciati vuoti da Bidognetti e Schiavone ci sarebbero i De Falco. L’ala che venne annientata dagli Schiavone agli inizi degli anni Novanta, perché rimase fedele a Mario Iovine, adesso sarebbe tra chi, risorgendo, sta conquistando spazio nel mondo criminale dell’Agro aversano. E considerato che la Dia ha documentato, qualche mese fa, pure un’ipotetica intesa malavitosa tra Gustavo e Calisto Bardellino, nipoti del boss Antonio, e il duo Vincenzo Di Caterino-Romolo Corvino, ritenuti dagli investigatori schiavoniani, si ha la netta sensazione di un lento sprofondare nel passato. Insomma, i gruppi perdenti nelle precedenti guerre di mafia ora starebbero trovando il loro tragico riscatto alleandosi con pezzi che li avevano combattuti.
Il legame
A suggellare l’ipotizzato patto tra Martinelli e i De Falco c’è anche un legame familiare. La moglie di Enrico ‘Enricuccio’ Martinelli, Nunzia Del Villano, ha due sorelle: una si è sposata con Vincenzo Schiavone ‘o petillo, killer del gruppo di Sandokan, e un’altra con Mario De Falco (deceduto), ex vigile urbano già condannato per mafia. Logicamente le signore Del Villano, per quanto in nostra informazione, non sono indagate e sono da considerare estranee a logiche mafiose e, soprattutto, innocenti fino a una eventuale sentenza di condanna irrevocabile (ragionamento che vale pure per Emilio Martinelli, per i De Falco e per gli altri soggetti indicati nell’articolo).
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