Clan Gallo Angelino, 20 arresti

Clan Gallo-Angelino, 20 arresti
Clan Gallo-Angelino, 20 arresti

CAIVANO – Sgominato il clan GalloAngelino, 20 arresti. I carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Castello di Cisterna hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Ambra Cerabona del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia a carico di 20 persone, in quanto gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, denominata clan Gallo-Angelino, nonché di estorsioni consumate e tentate, di detenzione e porto di armi da guerra e comuni da sparo, delitti aggravati dal cosiddetto metodo mafioso. 

Il sodalizio criminale, attivo a Caivano e territori limitrofi dal novembre 2019 al maggio 2020, avrebbe operato mediante sistematiche richieste estorsive ai danni di imprenditori edili e commercianti della zona e si sarebbe avvalso anche di una grande disponibilità di armi, molte delle quali abilmente occultate sottoterra o in intercapedini di edifici. Tanto avrebbe assicurato al gruppo criminale la supremazia rispetto ad altre organizzazioni camorristiche presenti nell’area. 

In particolare, nel periodo di assoluto blocco delle attività, sarebbe stato organizzato un vero e proprio “banco di distribuzione di alimenti” alle famiglie bisognose di Caivano. Una modalità tipica dei clan che puntano, in questo modo, a far schierare le persone comuni dalla propria parte. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione. I destinatari della misura sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva. Catturati Vincenzo Gallo e i figli Massimo e Ciro Gallo, ritenuti al vertice della piramide malavitosa; irreperibile il boss Antonio Angelino, alias tibiuccio. Ordinanza per Pasqualina Cerullo, Raffaele Chioccarelli detto quattro e mezzo, Mario Cipolla, Vincenzo Di Paola alias ’o mafius, Beniamino Dolpino, Salvatore Vincenzo Giordano, Michele Leodato alias Michele ’o pazz, Fortunato Natale, Gianni Natale, Pasquale Natale, Fabio Pagnano detto ’o pagnan, Francesco Pagnano, Salvatore Russo, Fabio Savanelli, Giuseppe Solami e Francesco Leone. Indagato a piede libero Antonio Guerra.

Cibo distribuito durante il lockdown

Facevano i benefattori, i presunti affiliati al clan GalloAngelino, ma lo facevano con un solo scopo: portare la comunità dalla propria parte, seminare consensi, acquisendo rispetto e, quindi, potere. Secondo quanto sostengono gli inquirenti, il controllo del territorio è stato posto in essere in modo capillare, anche attraverso attività apparentemente lecite tese al soccorso di soggetti economicamente già fragili e maggiormente indeboliti dal periodo di pandemia, così da effettuare una forma di “sostegno interessato” ai giovani bisognosi che hanno perso il lavoro in realtà già depresse, in vista di un loro reclutamento nei ranghi della organizzazione.

A tal fine il sodalizio ipotizzato dal pool anticamorra napoletano ha posto in essere attività di distribuzione di generi alimentari agli abitanti più indigenti, già indeboliti dal blocco quasi totale delle attività produttive a causa del lockdown. E nel periodo di assoluto blocco delle attività (aprile 2020), disposte dalla misure governative da emergenza Covid, Massimo Gallo ha organizzato un vero e proprio banco di distribuzione di alimenti alle famiglie bisognose di Caivano, avvalendosi della collaborazione di  alcuni dei suoi affiliati.

E’ stato documentato, che il 5 e il 9 aprile 2020, Gallo ha organizzato la distribuzione di ingenti quantitativi di pacchi alimentari, e sono state captate conversazioni in cui Gallo, interloquendo con gli affiliati, dirigeva le operazioni di consegna e assegnazione alle famiglie che aveva preventivamente individuato, disponendo l’approvvigionamento di altri beni alimentari nel caso in cui quelli messi a disposizione non fossero sufficienti. “E’ evidente, peraltro, come una forma di assistenza apparentemente lecita – scrive il gip nell’ordinanza – nasconda la volontà dell’associazione di manifestarsi all’esterno per acquisire  consensi sul territorio di operatività. 1l  riconoscimento esterno della associazione (e del ruolo di leadership di  Gallo) da parte della popolazione locale oppressa dall’assoggettamento esercitato dai gruppi camorristici che nel tempo e stabilmente hanno occupato il territorio, emerge chiaramente da alcune conversazioni intercettate”. La  popolazione  di  Caivano  si   rivolse a   Gallo,  nella  sua  qualità  di  capo clan,   per ottenere  degli  aiuti su  vicende  personali  come  far  abbandonare,  ad  un  inquilino, l’appartamento locato, ovvero mediare con i ladri di una vettura che avevano effettuato il così detto cavallo di ritorno, infine, convincere un ‘debitore’ ad adempiere ai suoi debiti.

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