Clan Zagaria, il complesso turistico Night and Day confiscato all’ex assessore Cassandra

La misura di prevenzione confermata dalla Cassazione

Michele Zagaria

TRENTOLA DUCENTA – Superato anche il check della Cassazione: il Night and Day, complesso turistico costruito nella metà degli anni Novanta, ora è definitivamente un bene confiscato. Luigi Cassandra, ex assessore e colletto bianco di Michele Zagaria, aveva presentato ricorso in Cassazione per annullare il decreto emesso dalla Corte d’appello il 13 ottobre scorso, con il quale i giudici partenopei gli avevano revocato la misura di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e ratificato la confisca della struttura che aveva intestato con altre persone. L’ex politico aveva giocato l’ultima carta per recuperare lo stabile, ma ha perso la partita.
Nel ricorso, la difesa di Cassandra, ora collaboratore di giustizia, aveva evidenziato che la Corte d’appello di Napoli non aveva considerato la disponibilità del proprio assistito di circa mezzo milione di vecchie lire. C’erano dei prestiti agrari ottenuti, che ammontavano a 340 milioni di lire, il versamento da parte di Roberto Faraldo di 140 milioni, e non di 14 milioni e mezzo di lire, con assegni circolari. E non erano state valutate neppure le “consistenti somme versategli tra il 1997 e il 1998 da Michele Pirozzi ed Enrico Fabozzi”.
Altro elemento su cui avevano puntato gli avvocati era il legare Cassandra all’organizzazione mafiosa agli inizi degli anni Duemila. Dato che il centro turistico era stato costruito tra il 1995 e il 1996 non sarebbe, quindi, da considerare connesso ai suoi rapporti con la mafia dell’Agro aversano.
Nell’esaminare l’istanza, i giudici romani hanno ricordato che il ricorso per Cassazione nei confronti di provvedimento che applicano misure di prevenzione personale e patrimoniale, come quello che ha riguardato il Night and Day, è limitato “alla sola violazione di legge, essendo preclusa qualsiasi impugnativa concernente vizi di motivazione”.
Altro aspetto: parte degli elementi presentati rappresentano “questioni non dedotte in appello”. Ma in merito ai rapporti tra Cassandra e Zagaria, gli Ermellini hanno comunque ricordato, stando alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Caterino e Cantone, risalgono al 1995: in quel periodo il ricorrente divenne “l’agente d’affari” del boss e fu eletto in consiglio comunale, ottenendo la carica di assessore “e ponendo in essere attività illecite, tra cui la destinazione edilizia dei fondi agricoli che consolidarono il suo rapporto di fiducia con lo Zagaria”. Quindi si introduce nel sistema Zagaria proprio quando prende il via la costruzione del Night and Day, conclusasi nel 2000.
La confisca, inoltre, ha spiegato la Cassazione, mira a sottrarre alla disponibilità dell’interessato tutti i beni che siano frutto di attività lecite o ne costituiscano il reimpiego, senza distinguere se tali attività siano o meno di tipo mafioso. La Suprema corte ha risposto anche in merito all’applicazione disgiunta della confisca dalla misura di prevenzione personale. Il pentimento di Cassandra se ha comportato la recisione dei suoi legami di appartenenza con il clan, non incide sulla “stabilità del provvedimento di confisca”.
La decisione della Cassazione risale allo scorso giugno, le motivazioni sono state depositate la scorsa settimana.

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