Coldiretti Piemonte: bloccare l’import di riso agevolato in Europa

"Sono aumentare del 66%, tra settembre 2017 e luglio 2018, le importazioni europee di riso dalla Birmania raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya, costretta ad abbandonarli a causa della violenta repressione da parte del governo.

Foto LaPresse - Fabio Delfino
Milano, 27 ago. (LaPresse) – “Sono aumentare del 66%, tra settembre 2017 e luglio 2018, le importazioni europee di riso dalla Birmania raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya, costretta ad abbandonarli a causa della violenta repressione da parte del governo. “E’ necessario fermare immediatamente le agevolazioni concesse alla Birmania sulle esportazioni di riso in Europa. Questo dopo che le Nazioni Unite hanno chiesto alla giustizia internazionale di perseguire il capo dell’esercito e altri cinque alti comandanti militari per “genocidio intenzionale”. Inoltre “crimini contro l’umanità” e “crimini di guerra” contro la minoranza musulmana dei Rohingya . Nonostante l’accusa di genocidio, la Birmania gode tuttora da parte dell’Unione Europea del sistema tariffario agevolato a dazio zero per i Paesi che operano in regime EBA (tutto tranne le armi). Il risultato è che la Birmania si colloca tra i principali fornitori asiatici di riso dell’Italia insieme a India, Pakistan, Thailandia e Cambogia”. Lo chiede Coldiretti Piemonte.

la spiegazione

“Il Piemonte resta la regione italiana con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende e non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire, con le importazioni, la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generaleTutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei dovrebbero, invece, rispettare gli stessi criteri di controlli a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro. Questa situazione, come più volte abbiamo evidenziato, già da troppo tempo compromette il futuro di numerosi imprenditori risicoli”, conclude Coldiretti.

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