Comunali a Napoli. Manfredi con Letta, Maresca senza Meloni

La leader di Fdi a Napoli non incontra il magistrato: “Lui tiene molto al suo civismo”

NAPOLI – Fdi, ovvero Fratelli d’Ipocrisia. Come previsto, Giorgia Meloni arriva a Napoli e non incontra Catello Maresca, in teoria candidato a sindaco di Napoli anche del suo partito, nella realtà prima incoronato e poi scaricato per qualche presidenza di municipalità. Un contrasto stridente, quello della leader che vorrebbe diventare premier e che lascia campo libero alle sinistre nella terza città d’Italia: niente di strano, però, se si considera lo sbando totale in cui ha dimostrato platealmente di trovarsi il partito della Meloni a Napoli, tra risse, denunce incrociate, accuse reciproche, liste saltate e così via. “Perché non ho incontrato Maresca? Io l’ho incontrato tante volte”, dice la Meloni, “siamo tutti in campagna elettorale per cui capita spesso che poi non ci si incroci per problemi di agenda, ma siamo convintamente nella coalizione per la quale stiamo combattendo. Nel caso specifico oggi non gliel’ho chiesto perché Catello è una persona che tiene molto al valore aggiunto rappresentato dal suo civismo, e siccome noi oggi stiamo tirando la lista di Fratelli d’Italia, stiamo facendo campagna elettorale per un partito, le due cose potevano sembrare distoniche. Non l’ho voluto mettere in difficoltà”. Una bella stilettata, quella della Meloni, che sottolinea in maniera sarcastica il fatto che Maresca “tiene molto al suo civismo”, probabilmente riferendosi alla rottura consumatasi la notte delle candidature, quando Lega e Fdi decisero di rompere la coalizione, correndo per conto loro sulle municipalità, proprio a causa della resistenza del magistrato a cedere ai partiti tutte le presidenze. “Il centrodestra c’è”, concede la Meloni, “noi siamo qui per competere con Maresca, con un progetto più ampio di quello del centrodestra”.

Fratelli d’Italia resta quindi con un piede dentro e uno fuori dalla coalizione, tra i candidati al consiglio comunale si continua a parlare di voto disgiunto, insomma la situazione più che drammatica è comica. Dall’altro lato dello schieramento, va dato atto al candidato di centrosinistra, Gaetano Manfredi, di poter contare su una coalizione compatta. Ieri per sostenere la sua candidatura è arrivato a Napoli il segretario del Pd, Enrico Letta, la cui agenda, a differenza di quella della Meloni, si sono incastrate perfettamente con quella del candidato a sindaco. “Sono venuto qui”, dice Letta, “anche per confermare il Patto per Napoli che Gaetano Manfredi ha chiesto ai partiti che lo sostengono. Voglio dire ai cittadini ed alle forze politiche lo sostengono che quel patto non è un patto di parte, ma vale per Napoli e noi vorremmo che valesse per tutte le forze politiche e per tutta la città. Il nostro impegno”, aggiunge Letta, “è affinché le risorse di una perequazione che è necessaria arrivino a Napoli a partire dalla prossima legge di stabilità e che tali risorse, organizzate con la tempistica giusta nella prossima consiliatura, diano a Napoli la possibilità di uscire dalla situazione nella quale oggi è purtroppo, cioè di assenza di risorse e pre-dissesto finanziario”. Letta, finalmente, fa anche intravedere quando potrebbe diventare realtà questo patto, ovvero in occasione della prossima legge di stabilità: “L’appuntamento”, sottolinea il segretario del Pd, “è a partire dalla prossima legge di stabilità, per le prossime scelte. È un appello che lancio a tutti i candidati a tutte le forze politiche, soprattutto quelle che reggono il governo Draghi”.

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