Confermato l’ergastolo per l’ex vice primario Cazzaniga per la morte di 10 pazienti

Foto LaPresse - Matteo Corner Il Palazzo di Giustizia tribunale di Milano

MILANO – La corte d’Assise d’appello di Milano ha confermato la condanna all’ergastolo per Leonardo Cazzaniga, l’ex vice primario del pronto soccorso di Saronno accusato di aver ucciso 13 pazienti affidati alle sue cure. Il collegio presieduto da Giovanna Ichino ha assolto il medico per la morte di tre pazienti morti in ospedale e lo ha condannato per il decesso di un paziente, per la sorte del quale Cazzaniga era stato assolto in primo grado.

Delle vittime, 8 sono morte in ospedale mentre 2 erano il marito di Laura Taroni, ex amante del medico, e il suocero della donna. Per la morte del marito Massimo Guerra è stata condannata a 30 anni di carcere in secondo grado anche l”infermiera killer’ dell’ospedale di Saronno, giudicata responsabile anche della morte della madre.

Il medico aveva parlato all’ex compagna del ‘protocollo Cazzaniga’ che utilizzava con i pazienti in condizioni critiche. L’ex vice primario somministrava alle sue vittime un mix letale di farmaci – spesso dipropofol assieme a morfina e midazolam – normalmente utilizzati nelle cure palliative per indurre nei pazienti terminali la sedazione profonda prima della morte.

E proprio sul concetto di “cure palliative” la difesa ha sempre fatto leva per difendere il dottore. Per i suoi difensori, gli avvocati Andrea Pezzangora ed Ennio Buffoli, infatti, Cazzaniga voleva solo somministrare quei farmaci per non far soffrire le persone affidate alle sue cure, spesso già molto sofferenti.

L’esito del ‘protocollo Cazzaniga’ è stata una scia di morti in corsia fra il 2010 e il 2014, cessata solo con le indagini e a seguito della denuncia di due operatori sanitari che avevano segnalato, all’ospedale prima e ai carabinieri poi, i decessi sospetti al pronto soccorso di Saronno.

Per questo alla sbarra sono stati chiamati a rispondere anche i componenti della commissione medica ospedaliera che avrebbe dovuto fermare il vice primario. La corte, però, ha dichiarato di non dover procedere nei loro confronti per intervenuta prescrizione. Il collegio presieduto da Giovanna Ichino ha però ritenuto “l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (A.S.S.T.) Valle Olona” e il dirigente medico Nicola Scoppetta “civilmente responsabili per i reati commessi da Leonardo Cazzaniga” e aumentato di quasi tre volte i risarcimenti che il medico, in solido con l’ospedale, dovrà versare ai parenti delle sue vittime.

I legali di Cazzaniga – che ha assistito impassibile alla lettura della sentenza collegato in video conferenza dal carcere – sono pronti a dare battaglia. “Sicuramente si rompe l’impianto del primo grado, ma il dato finale resta l’ergastolo: aspettiamo le motivazioni e ci prepariamo per il ricorso in Cassazione”, ha preannunciato l’avvocato Andrea Pezzangora.(LaPresse)

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