Conte in Senato sul bilancio Ue: “Il Parlamento non esiterà a bocciarlo”

Il premier Conte in Senato prima del voto sul bilancio Ue: "Non siamo disposti ad accettare in nomedi un rapido negoziato"

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse in foto Giuseppe Conte

ROMA – Conte si prepara al braccio di ferro con l’Europa. Domani si riunirà il Consiglio europeo per varare il bilancio Ue. In Senato il premier Giuseppe Conte ha riferito della posizione del governo in vista dell’incontro. “Il Parlamento non esiterebbe a bocciare un bilancio Ue inadeguato sulla svolta verde e sugli altri temi all’ordine del giorno. L’Italia è perfettamente consapevole di essere parte della casa comune europea ma non siamo disposti ad accettare in nome di una rapida conclusione del negoziato un bilancio insufficiente per le esigenze dei nostri cittadini. Sarebbe una sconfitta non tanto contabile, ma politica”, ha spiegato ai parlamentari.

Problema fondi

Il problema principale nella trattativa per il bilancio Ue sono i fondi. Per Conte che rappresenterà l’Italia un’ulteriore riduzione comporterebbe “gravi difficoltà per l’Unione nel perseguire direttamente o sostenere gli Stati membri nel raggiungimento di obiettivi di eccellenza nella ricerca e nell’innovazione, nell’azione a protezione del pianeta, negli investimenti indispensabili a costruire un’Europa migliore per i nostri giovani, nella stessa gestione dei flussi migratori”. L’1,11% del reddito nazionale lordo rappresenterebbe quindi il minimo accettabile per consentire il finanziamento sufficiente delle nuove priorità senza compromettere l’efficacia delle politiche tradizionali.

La proposta di Michael

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha presentato una sua proposta negoziale che prevede un bilancio pari all’1,074% del prodotto nazionale lordo dell’Unione europea, ossia 1.094,8 miliardi di euro. La proposta è inferiore a quella della Commissione Ue (1,11%). “La proposta che il presidente Michel ha fatto circolare il 15 febbraio apporta alcuni, lievi, avanzamenti rispetto alla proposta fatta durante la presidenza finlandese ma resta comunque inadeguata”, ha detto il premier a Palazzo Madama.

Le posizioni degli Stati

L’attuale bilancio Ue 2014-2020 vale l’1,16% del reddito nazionale lordo. La Commissione Ue propone l’1,11% per i prossimi 7 anni, mentre il Parlamento europeo vorrebbe l’1,3% anche grazie a nuove risorse proprie. Germania, Austria, Svezia, Paesi Bassi e Danimarca vorrebbero scendere all’1% del reddito nazionale lordo. L’Italia, così come la Francis, frena.

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