Coronavirus, governo: misure choc contro l’epidemia. Ok da opposizioni

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Palazzo Chigi - Consiglio dei Ministri

ROMA – E’ la giornata più nera dell’Italia dallo scoppio del Coronavirus e il governo mette in campo un vero e proprio piano di battaglia per contrastare la pandemia. In un Consiglio dei ministri fiume e straordinariamente tenutosi nella sede della Protezione civile a Roma, sono state prese in esame misure, da contenere in un decreto legge, per far fronte alla pandemia che in poche ore ha mietuto due vittime e ha contagiato oltre 60 italiani.

Chiusura delle scuole, sospensione di manifestazioni e attività lavorative, e l’ausilio delle forze dell’ordine e dei militari per far rispettare i protocolli adottati. Misure choc per contenere il propagarsi del virus che sono state illustrate ai partiti di opposizioni, che senza battere ciglio hanno risposto: “Presente”. Il richiamo alla collaborazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non è stato quindi disatteso con lo stesso Matteo Salvini che per primo ha ribadito la necessità di “misure drastiche per contrastare il virus. Le polemiche le lasciamo agli altri, a noi interessa la salute dei cittadini”.

Anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia si confermano i contatti con il ministro Speranza che già nei giorni scorsi aveva sentito telefonicamente Silvio Berlusconi. Gli azzurri hanno infatti confermato la massima collaborazione, con Antonio Tajani che avrebbe messo a disposizione il piano azzurro contro l’epidemia. Giorgia Meloni, che oggi ha richiesto una informativa urgente del premier in Parlamento, si è messa a disposizione per “tutelare la salute dei cittadini e per sostenere ogni misura utile a contenere il contagio”. Tra le ipotesi al vaglio dell’esecutivo, proposte dal centrodestra, anche la sospensione di Schengen e più controlli alle frontiere.

“No allarmismi” è questo l’ordine di scuderia che questa mattina è partito proprio dalla sede della protezione civile a Roma, dove dalle prime ore del giorno si sono trovati il ministro Speranza che il commissario Borrelli. Alle 12 era arrivato il premier e pian piano il tavolo si è riempito. Presenti i titolari dei Trasporti, De Micheli, della Farnesina, Di Maio. “Non è il momento di rimproverarci alcun chè, dobbiamo continuare a monitorare ed essere pronti a rivedere alcune misure” ribadisce Conte.

Il collegamento con i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, è continuo e diretto, anche perché il facolaio nelle due regioni è difficile da decifrare. Per questo serve che la popolazione non si faccia ingabbiare dalla psicosi, correndo il rischio di mettere in pericolo una macchina delicata e complicata da gestire. “Non c’è motivo di lanciare allarmismi. Governo, Protezione Civile, Sistema Sanitario Nazionale e Regioni stanno collaborando per continuare nelle attività di prevenzione, curare i casi conclamati e procedere agli screening nelle aree interessate dal fenomeno. Serve lavoro di squadra” dice il ministro D’Incà.

Anche dall’ospedale Spallanzani arriva uno stop alle paure incontrollate, che in questi giorni hanno fatto registrare un impennata di accessi nel centro romano di eccellenza nella cura delle malattie infettive. “Il sistema sta funzionando, serve dare un messaggio di speranza, anche in questo momento difficile. Non bisogna lanciare allarmismi perché il modello della Regione Lazio è funzionale ed efficace – spiega – la ricerca sta andando avanti”.

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