Coronavirus, muore un detenuto a Bologna. Il Garante: “Ridurre il sovraffollamento nelle carceri”

A giudicare dai dati ufficiali, il numero dei positivi in cella si mantiene limitato a 21 casi, ma in una comunità come quella carceraria, Covid-19 potrebbe trovare enormi spazi per una diffusione esplosiva

carcere

ROMA – Arriva da Bologna la notizia della morte di un detenuto affetto da Coronavirus: aveva 76 anni, era ricoverato in terapia intensiva e proveniva dal carcere della Dozza. Dove sono stati accertati altri due casi di positività tra i detenuti e uno tra gli agenti. Il caso fa tornare in primo piano la condizione delle carceri dopo le rivolte esplose all’inizio dell’emergenza. Anche nel carcere di Bologna, dove un detenuto era stato trovato morto, di overdose, l’11 marzo.

La reazione del Garante

Immediata la reazione del Garante che, nel dirsi seriamente preoccupato, sottolinea: “La situazione di sovraffollamento delle carceri rappresenta un fattore di ampliamento del rischio”. E aggiunge: “Occorre continuare a intervenire, ma con maggiore ampiezza e velocità per ridurre i numeri e la densità della popolazione penitenziaria”. Le persone detenute sono 57.097 a fronte di una disponibilità reale di posti di 47.482. L’apertura di reparti di isolamento in molti istituti “non è abbastanza – si legge in una nota – e soprattutto non garantisce il reale isolamento essendo talvolta utilizzate stanze multiple e docce comuni”.

Carceri: i numeri

A giudicare dai dati ufficiali, il numero dei positivi in cella si mantiene limitato a 21 casi. Ma in una comunità come quella carceraria, Covid-19 potrebbe trovare enormi spazi per una diffusione esplosiva e senza freni. Di qui la richiesta di misure immediate, che arriva da più parti, con Antigone che spiega: “Non si può più perdere tempo. Bisogna subito intervenire per ampliare le insufficienti misure previste nel decreto Cura-Italia”. E Nessuno tocchi Caino che rincara la dose: “La salute di detenuti e agenti di polizia penitenziaria deve essere tutelata facendo il massimo di ciò che è possibile. Sappiamo che il sistema penitenziario italiano è inadeguato a gestire un’emergenza sanitaria di questa portata. Il Governo lo sa. Intervenga in modo risolutivo. Oppure esistono dei cittadini di serie B il cui diritto alla salute è messo in secondo piano?”

Test sierologici rapidi in Campania

Intanto la Campania annuncia l’arrivo di 12 mila test sierologici rapidi per tutti i detenuti, il personale di polizia penitenziaria e amministrativo degli istituti della Regione. Aprendo la strada a controlli più attenti che non risolveranno il problema, ma aiuteranno, se non altro, a definirne le reali dimensioni.

(LaPresse/di Alessandra Lemme)

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