Coronavirus, turismo in ginocchio: a rischio il 13% del Pil

Mentre si allunga la lista dei Paesi che sconsigliano ai loro cittadini di viaggiare in Italia, il Belpaese è pronto ad affrontare l'emergenza turismo all'interno dei confini nazionali. Federturismo lancia l'allarme: il settore è già "in ginocchio" per l'epidemia, il governo dichiari lo "stato di crisi".

Foto Ufficio stampa FS/LaPressein Italia

MILANO – Mentre si allunga la lista dei Paesi che sconsigliano ai loro cittadini di viaggiare in Italia, il Belpaese è pronto ad affrontare l’emergenza turismo all’interno dei confini nazionali. Federturismo lancia l’allarme: il settore è già “in ginocchio” per l’epidemia, il governo dichiari lo “stato di crisi”. Le fa eco Confesercenti, secondo cui il comparto “è già in zona rossa”. Secondo le stime del World Trade and Tourism Council potrebbe essere a rischio il 13% del Pil nazionale, percentuale su cui incidono viaggi e soggiorni nel Belpaese. Una percentuale molto più elevata dell’8% dell’incidenza sul Pil del settore in Francia che – come ha avvertito il ministro Bruno Le Maire – sta già assistendo a un calo dei turisti del 30-40%.

Le statistiche

Il giro d’affari del turismo italiano vale 146 miliardi di euro. Il settore, secondo i dati della Cna Turismo, conta quasi 216mila esercizi ricettivi e 12mila agenzie di viaggio. Sulla base dei dati del 2018 il movimento di passeggeri negli aeroporti italiani supera i 180 milioni, quasi 80 milioni transitano per i porti. Circa 75 milioni di escursioni turistiche sono realizzate attraverso l’uso dell’auto e per motivi di turismo il treno assicura 4,5 milioni di convogli. Per la Cna il divieto di eventi pubblici e delle gite scolastiche “sta già producendo numerose cancellazioni” ed è quindi “urgente l’assunzione di misure per alleviare il pesante impatto economico”.

La preoccupazione

A lanciare l’allarme per prima è Federturismo Confindustria. La vicepresidente Marina Lalli ricorda che le stime più prudenti prima della diffusione del Covid-19 parlavano di una perdita di 5 miliardi di euro, ma adesso “ci troviamo nella condizione di non poter più nemmeno stimare l’impatto a causa della drammatica evoluzione in corso”. La situazione “è compromessa” anche nel caso di una rapida soluzione del problema, avverte la presidente, dal momento che “oltre alle migliaia di cancellazioni, si aggiungono le mancate prenotazioni per tutto il secondo semestre 2020, normalmente già a buon punto in questa parte dell’anno”. Viste circostanze e prospettive, Federturismo chiede al Governo di attivare misure di supporto a tutela dei posti di lavoro e delle imprese.

Pessimismo sul futuro

Situazione “particolarmente grave” anche secondo Confesercenti. Il turismo sta già affrontando “un diluvio di disdette”, e la stagione primaverile – che vale il 30% circa del fatturato totale annuo del turismo – “appare seriamente compromessa, con la prospettiva di ulteriori danni non solo per alberghi e bed & breakfast, ma anche bar, ristoranti e attività commerciali”. Le stime non possono ovviamente essere definitive, ma per Confesercenti “l’impatto dell’emergenza sull’economia può essere altissimo” e per questo “bisogna agire in fretta, e bene, per limitare i danni”. I cali di viaggiatori registrati negli ultimi quattro giorni “lasciano pensare il peggio” e “se continua così a lungo, centinaia di imprese, dagli alberghi alle attività commerciali, rischiano di saltare”, conclude Confesercenti.

di Francesca Conti

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