Covid-19, Campania maglia nera

E’ la regione italiana con più ‘attualmente positivi’ e il maggior aumento settimanale. L’incidenza sfiora la “soglia critica” dell’Iss e si attesta a 222 casi. Napoli peggiore provincia italiana con 7.768 infetti in 7 giorni, Caserta viaggia a 1.871

La Campania oscilla tra la zona gialla e quella arancione. Lo dicono i numeri, soprattutto nella popolosa provincia di Napoli. In Italia, sul fronte dell’andamento del contagio, la regione governata da Vincenzo De Luca è maglia nera in Italia. A preoccupare maggiormente è l’incidenza del contagio, che si attesta su 222 positivi ogni 100mila abitanti. La soglia considerata “di rischio” dall’Istituto superiore di sanità e dal governo, è di 250. Nel capoluogo e nella sua provincia, poi, la situazione è già critica: nell’ultima settimana (dati aggiornati al 27 aprile) l’incidenza è di 252 casi ogni 100mila abitanti. A Caserta, invece, è di 203. Veniamo ai numeri assoluti. Nella settimana dal 20 al 27, con un solo giorno formale in ‘zona gialla’, si sono registrati in Campania 12.565 casi. E’ il dato peggiore d’Italia in percentuale agli abitanti, il secondo peggiore in valore assoluto dietro alla sola Lombardia. Nella provincia di Napoli in 7 giorni si sono registrati 7.768 positivi, in quella di Caserta 1.871. Numeri altissimi quelli del capoluogo campano, fanalino di conda tra le grandi città italiane (basti pensare che Milano tocca quota 4.124 casi e Roma 5.646). Nella mappa dell’Italia divisa per province, e non per Regioni, Napoli sarebbe da piena ‘zona rossa’, o almeno ‘arancione’. A preoccupare l’Unità di crisi regionale è il numero degli attualmente positivi. Questo dato è uno di quelli che permette previsioni sull’ospedalizzazione futura. Ecco, la Campania è per distacco la peggiore regione italiana. I cittadini con il Covid-19 sono infatti 91.679. La Lombardia ne registra 53.051, il Lazio 46.278, l’Emilia-Romagna 47.803, la Sicilia 26.085. Insomma, i numeri della più grande regione del Sud doppiano quelli di tutti gli altri. Infine, il dato sulla richiesta di terapie intensive è l’ultimo campanello d’allarme di una situazione tutt’altro che rosea. L’ingresso giornaliero su capienza di posti in Ti si attesta al 2,7%, mentre quello nazionale è al 2%. Non si tratta di numeri da capogiro, ma segnano un miglioramento molto lento e sotto la media italiana. Tirando le somme del quadro appena descritto, i timori che serpeggiano a Palazzo Santa Lucia non sono ingiustificati. Per due ragioni. Innanzitutto l’ingresso in ‘zona gialla’, ovvero le riaperture di tante attività compresi i ristoranti e le scuole, non hanno ancora influito sui numeri appena descritti. L’allentamento delle restrizioni è in vigore solo da due giorni, i dati si riferiscono ad un lasso di tempo in cui la Campania era in ‘zona arancione’. Per tutta la scorsa settimana, infatti, la percentuale positivi-tamponi si è attestata tra l’11% e l’11,3%, un punto e mezzo sopra la media nazionale. Questo indice è tornato a scendere solo ieri. Che significa? Che il cosiddetto “rischio ragionato” annunciato dal premier Mario Draghi forse tanto calcolato non è. I numeri della Campania sono in lentissima discesa, in alcuni casi impercettibile. La lieve frenata del Covid-19 riuscirà ad equilibrare le riaperture degli ultimi giorni? Questa è la domanda a cui nessuno sa o vuole dare una risposta. E, poi: se come annunciato si andrà incontro ad un aumento di contagi, la vaccinazione non viaggia ancora a ritmi sostenuti ma le riaperture sono già avviate, la Campania in questo momento ha un quadro epidemiologico in grado di reggere? Anche in questo caso, nessuno sa o vuole rispondere. Restano i numeri, molto alti. Resta il caso della provincia di Napoli, che addirittura ha dati da rosso fuoco in alcune zone. Infine, va sottolineato che il tracciamento del contagio rischia di non reggere. Il numero di tamponi eseguiti quotidianamente non è altissimo, di certo non in grado di reggere un contact-trancing con i numeri appena descritti. Rischiamo di ritrovarci dentro una nuova ondata Covid prima ancora di essere usciti dall’ultima? Lo dirà il tempo.

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