Covid, 21mila casi in 24 ore. Iss: “L’efficacia del vaccino dopo 5 mesi crolla al 39%”

Silvio Brusaferro (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

ROMA – La circolazione del covid in Italia continua a correre. Nelle ultime 24 ore i nuovi casi registrati sono 21.042, un dato che non si registrava dal 3 aprile scorso. Il tasso di positività, con 565mila tamponi processati, si attesta al 3,7% (+0,8%). Resta contenuto l’aumento dei decessi, 96 nell’ultimo bollettino, e anche quello dei ricoverati.

Attualmente in terapia intensiva si trovano 818 pazienti con 76 ingressi giornalieri e un saldo di +2 fra entrate e uscite. I ricoverati con sintomi in area medica sono 6.539, 56 in più rispetto a ieri. A trainare il contagio su base regionale è ancora una volta il Veneto con oltre 4mila casi (4.062), anche se 310 sono infezioni non notificate nei giorni precedenti.

Fra le componenti decisive per rallentare la curva c’è la terza dose. L’Iss, nel suo report esteso settimanale, sottolinea infatti come dopo cinque mesi dal completamento del ciclo vaccinale, l’efficacia nel prevenire la malattia, sia nella forma sintomatica che asintomatica, scenda dal 74% a 39%. La protezione nel prevenire la diagnosi e casi di malattia severa schizza invece rispettivamente al 77% e al 93% nei soggetti vaccinati con la dose aggiuntiva.

“La terza dose è fondamentale per mantenere alta la copertura anticorpale e interrompere la circolazione del virus”, spiega Silvio Brusaferro. Il presidente dell’Iss fuga pure i dubbi relativi alla vaccinazione eterologa, ossia l’uso di un prodotto diverso per il richiamo, che “non solo è sicura, ma produce una risposta anticorpale in alcuni casi persino più elevata”.

Per quanto riguarda i decessi invece il rischio di morte di un non vaccinato – viene spiegato ancora dall’Istituto superiore di sanità – è 16,6 volte maggiore rispetto a un vaccinato con dose booster, 11,1 maggiore a un vaccinato da meno di 5 mesi, 6,9 volte maggiore a un vaccinato da più di 5 mesi.

E dal 16 dicembre inizieranno le somministrazioni alla fascia pediatrica 5-11 anni. Proprio nei più giovani – spiega l’Iss – si osserva l’aumento maggiore dell’incidenza nelle ultime settimane. Un valore che ha raggiunto valori superiori 250 casi per 100.000 abitanti “verosimilmente dovuta anche alla maggiore attività di screening nelle scuole”. Per Silvio Brusaferro “i dati che provengono da Usa e Israele confermano la sicurezza e l’efficacia del vaccino pediatrico, con un rapporto rischio-beneficio tutto a suo favore”.

Il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia, dal canto suo mette in luce come il virus sia “prepotente con i più deboli ma debole con i più forti che sono i giovani” invitando tutti a non pensare ai bambini come incubatori dell’infezione quanto “quella fascia tra i 40 e i 60 anni che non vogliono vaccinarsi”.(LaPresse)

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