Covid, cambiano i parametri per le regioni: rischio zona gialla per Sardegna, Sicilia, Veneto, Lazio e Campania

Con i nuovi parametri potrebbero essere presi in considerazione gli indicatori dei tassi di ospedalizzazione, piuttosto che altri. Lo ha detto il Ministro della Salute, Roberto Speranza nella riunione organizzata dalla nuova presidenza slovena

ROMA – Covid: cambiano i parametri di valutazione. Lo ha detto il Ministro della Salute, Roberto Speranza nella riunione organizzata dalla nuova presidenza slovena a cui erano presenti anche i ministri di Germania, Portogallo e Slovenia.

Le novità

Nel nuovo Decreto emergenza saranno gli indicatori dei tassi di ospedalizzazione dei territori  piuttosto che altri che dovranno dare la risposta al livello di rischio di ogni Regioni a cui verranno imposte nuove restrizioni. “In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione – ha detto il Ministro Speranza – è ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori”. Ad oggi alcune regioni potrebbero cadere in zona gialla causa un aumento di contagi soprattutto tra i giovani e i non vaccinati. E le Regioni, da parte loro annunciano che chiederanno “al Governo di togliere l’incidenza dei positivi dai parametri che muovono zone e colorazioni perché il rischio è di decidere delle chiusure per gente positiva a casa, quando il sistema sanitario è pienamente efficiente”.

Le Regioni a rischio

Intanto si valuta la situazione di alcune Regioni che da lunedì 26 luglio potrebbero subire il cambio di colore col ritorno al giallo: chi supera i 50 contagi ogni 100mila abitanti in una settimana lascia la zona bianca. Attualmente a rischio risultano essere la Sardegna, la Sicilia, il Veneto, il Lazio e la Campania.  Possibile anche l’ipotesi che il calcolo dell’incidenza dei positivi ogni 100mila abitanti resti in vigore ma. di contro, perdere la sua discrezionalità solo nel caso in cui l’occupazione di posti letto in terapia intensiva e nei reparti ordinari non superi le percentuali di rischio del 30% e 40%. Altra novità potrebbe essere l’inasprimento dell’obbligo di un numero minimo di tamponi, fissato in zona bianca ad almeno 150 test ogni 100mila abitanti.

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