Covid, l’allarme di Libera: “Variante criminale in crescita, +39% crimini sul web”

Una 'variante criminale' che ha visto nella pandemia l'occasione per colpire nuove vittime, allargare il suo raggio di azione e rafforzare le mafie, guardando al web come alla vera frontiera

Foto LaPresse - Alessandro Pone

MILANO – Una ‘variante criminale’ che ha visto nella pandemia l’occasione per colpire nuove vittime, allargare il suo raggio di azione e rafforzare le mafie, guardando al web come alla vera frontiera. È l’allarme lanciato da Libera nel dossier ‘La tempesta perfetta 2022. La variante Criminalità’ realizzata con Lavialibera nel quale sono stati elaborati dati e analisi delle Forze dell’Ordine, del Ministero dell’Interno e degli studi e rapporti sul riciclaggio della Banca d’Italia nei due anni della pandemia.

Internet è dunque il regno prediletto dalle mafie tanto che nel bienno della pandemia (2020-2021) si è registrato un +39% per i delitti informatici e +32% per truffe e frodi informatiche, con ben 14 regioni in zona rossa con primato alla Basilicata (+83%) Sardegna(+63%) e Campania (+56%).

La variante ‘criminalità’ negli ultimi due anni ha dato un’incredibile occasione di guadagno alle mafie: +24% per le segnalazioni sospette (+ 33% rispetto al biennio 2018/2019) e 3.919 interdittive antimafia. Sette in questo caso le regioni in zona rossa (Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio, Sardegna, Basilicata, Trentino Alto Adige) ma incrementi maggiori sono stati rilevati nel Lazio (+57%) e Trentino Alto Adige (50%) e Sardegna (+38%). Dal 1° gennaio 2020 al 31 ottobre 2021 si è viaggiato alla media di 178 interdittive al mese con un incremento percentuale del 33% rispetto al biennio 2018/2019. Ben 15 regioni in zona rossa con situazioni record in Sardegna(+600%), Veneto (+471%), Trentino Alto Adige (+300) e Toscana (+170%). In termini assoluti il maggior numero di interdittive riguarda la Campania (929 nel biennio pandemico), segue la Calabria (914) , la Sicilia (466, dove però si registra un calo del 31% rispetto al biennio 2018/19) e Emilia Romagna (321).

Non solo. Dall’inizio della pandemia al 6 dicembre 2021 sono stati messi a base d’asta, per l’emergenza, una cifra pari a 27,76 miliardi di cui sono solo 11,45 miliardi le risorse che sappiamo effettivamente aggiudicate e complete di tutti i dati del caso, mentre restano lotti per 15,55 miliardi di euro con esito scaduto, sconosciuto, o con informazioni incomplete. Davanti all’enorme quantità di denaro messo a bando per tentare di arginare la crisi sanitaria scatenata da Covid, pari a 27 miliardi di euro per oltre la metà delle risorse, sul 58%, non abbiamo piena informazione.

La criminalità ha poi seguito l’evoluzione della pandemia, entrando in un primo momento nela roduzione o commercializzazione di prodotti sanitari, medicali e di dispositivi di protezione per poi passare a infiltrarsi nelle imprese per appropriarsi dei fondi pubblici destinati al sostegno all’economia.

LaPresse

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