Covid, polemiche sulle riaperture: verso il Cdm mercoledì. Resta la grana coprifuoco e pass

Foto Ettore Ferrari / LaPresse in foto Mario Draghi

ROMA – Il pass per gli spostamenti e il coprifuoco alle 22. Saranno questi i nodi da sciogliere nella maggioranza guidata da Mario Draghi in vista del nuovo decreto legge Covid che dovrebbe ‘benedire’ ufficialmente le riaperture dal 26 aprile prossimo. Si tratta di due problemi diversi tra loro, il primo di ordine pratico e il secondo di ordine politico.

Secondo quanto filtra da palazzo Chigi i tecnici sono al lavoro proprio sulla definizione degli spostamenti tra Regioni che, se tra quelle  di fascia gialla, saranno consentiti liberamente. Per quanto invece riguarda il passaggio in territori arancioni o rossi, come anticipato dal presidente del Consiglio, si sta studiando un pass speciale, molto simile a quello anticipato dall’Unione europea che, potrebbe favorire anche l’ingresso a determinati eventi come quelli culturali e sportivi, oltre che andare in vacanza.

Una certificazione che dovrebbe comprovare di essere stati sottoposti al vaccino, oppure avere un tampone antigenico o molecolare negativo effettuato nelle 48 ore precedenti o di aver avuto il Covid ed essere guariti. Ora il problema è stabilire se basterà una certificazione o autocertificazione o se si opterà per un tesserino, che dovrà necessariamente essere rilasciato dall’autorità sanitaria.

Tra le ipotesi, secondo quanto apprende LaPresse, anche affidare a Poste il compito di fornire i tesserino di idoneità, i cui dati dovranno essere forniti comunque dall’autorità sanitaria. Un percorso questo che richiede tempo, trapela da fonti della maggioranza, per questo sembra più plausibile che si proceda nell’immediatezza con una autocertificazione oppure che il tesserino venga realizzato a richiesta dai cittadini.

Altra grana il coprifuoco alle 22. Su questo tema Matteo Salvini oggi è tornato alla carica. “Dal 26 aprile comincia una nuova vita per gli italiani. Da quel giorno il mio obiettivo sarà togliere il coprifuoco alle 22 per riconsegnare tutti i diritti agli italiani”, rimarca da Palermo, dove è stato rinviato a giudizio per il processo Open Arms. Il sentore è che il leader della Lega non attenda il prossimo Consiglio dei ministri per riproporre il tema, ma che lavori già nella riunione di mercoledì per ottenere lo slittamento alle 24 già per il mese di maggio.

Una richiesta che troverebbe pochi sostenitori, anche tra gli alleati di Forza Italia, soprattutto per la difficile gestione della movida notturna nei centri città. Intanto si rinvigoriscono le polemiche pro e contro le riaperture annunciate da Draghi. Giorgia Meloni definisce il coprifuoco alle 22 “una folia”. “Misure sulla limitazione della libertà personale degli individui in una nazione libera e democratica non sono concesse al governo, non è nelle prerogative del governo stabilire se e quando puoi uscire di casa. Il coprifuoco con il Covid non c’entra niente”, spiega.  

Dai medici invece arriva la “preoccupazione” per l’anticipo delle riaperture. Il presidente Filippo Anelli (Fnomceo), interpellato dall’agenzia, definisce “comprensibile la risposta” del premier Mario Draghi “al grido di dolore” delle attività produttive ma avverte: “Stiamo molto attenti”. Diverso il ragionamento condiviso via social da Roberto Burioni: “La decisione di riaprire è una decisione politica e non scientifica. Questo l’ho scritto un anno fa ma è estremamente attuale”.

Il virologo dell’università San Raffaele di Milano, aveva infatti scritto: “È in questi momenti che la politica deve riappropriarsi di spazi che spesso ha colpevolmente trascurato o demandato ad altri. Le conoscenze scientifiche sono fondamentali nel contribuire ad arrivare a decisioni quali la riapertura parziale delle attività, ma non possono essere l’unico aspetto da prendere in considerazione”.(LaPresse)

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