Covid: quarantena a casa, long Covid e vaccini, come gestire i bambini

La quarta ondata Covid sta lentamente scemando: i numeri sono in calo e cadono anche le prime restrizioni, con l'addio alle mascherine all'aperto

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

MILANO – La quarta ondata Covid sta lentamente scemando: i numeri sono in calo e cadono anche le prime restrizioni, con l’addio alle mascherine all’aperto. Il virus però non è ancora scomparso, in particolare nelle fasce d’età dei più piccoli. Gli under 5, che ancora non hanno a disposizione un vaccino e non indossano la mascherina a scuola, ma anche gli under 18, che il vaccino lo possono fare, sono stati tra i più colpiti da questa ondata. Anche se spesso asintomatici o con sintomi lievi, i più piccoli hanno portato il virus in casa, cotringendo anche i familiari a lunghe quarantene.

Ad aiutare genitori e parenti a prendersi cura dei piccoli positivi in casa è la Società Italiana di Pediatra (Sip) che ha redatto un vademecum per la loro gestione casalinga. Dieci regole scritte dai pediatri per aiutare i genitori a tenere lontane le ansie inutili, ma anche per evitare i rischi del ‘fai da te’.

Nei casi asintomatici – ricordano i pediatri – non è indicata alcuna terapia e, in presenza di febbre o dolori, è raccomandata la sola terapia con paracetamolo o, se il bambino non è disidratato, con ibuprofene.

In caso di sintomi respiratori che richiedono terapia inalatoria con broncodilatatori e/o cortisonici, è da preferire il distanziatore all’aerosol per ridurre la diffusione di particelle virali nell’aria. In caso di diarrea o vomito, va invece assicurata una corretta idratazione con soluzioni reidratanti, mentre sono inutili preparati vitaminici.

In particolare, ricordano i pediatri, non è indicata la terapia antibiotica se non in presenza di un’eventuale complicanza batterica. Non è da dare dunque, senza il parere di un pediatra, l’azitromicina, cioè lo Zitromax, scomparso per qualche a gennaio dai banchi delle farmacie.

Inoltre bisogna evitare di portare in pronto soccorso i bambini con sintomi lievi o senza sintomi per il solo fatto di aver avuto contatti con positivi. Invece, in presenza di difficoltà respiratoria, dolore toracico persistente, cianosi, alterazione dello stato di coscienza e oliguria (diminuzione dell’escrezione di urina) è assolutamente urgente recarsi al pronto soccorso.

Il ricovero – ricordano ancora i pediatri – è raccomandato in caso di malattia da moderata a grave, nei neonati sotto i 3 mesi e in caso di difficoltà di gestione del bambino da parte della famiglia. Eventuali esami radiologici (radiografia, ecografia o TC) vanno fatti solo nei bambini e negli adolescenti con sintomi moderati-gravi. Anche un’eventuale terapia immunomodulante (con corticosteroidi e immunoglobuline), farmaci biologici e di una profilassi antitrombotica con eparina è da valutare solo per i bambini ricoverati con condizioni gravi.

Per i bambini che hanno avuto l’infezione è poi da valutare quello che ormai è noto come long Covid, gli effetti a lungo termine del virus. La raccomandazione dei pediatri è dunque quella di far visitare tutti i bambini e gli adolescenti dopo 4 settimane dalla fase acuta dell’infezione e di programmare, in ogni caso, anche senza sintomi, un ulteriore controllo dopo 3 mesi per confermare che sia tutto normale o per affrontare eventuali problemi emergenti.

Infine, la vera arma contro il virus, la vaccinazione, che è sicura, efficace e raccomandata in tutti i bambini e gli adolescenti a partire dai 5 anni di età. Negli adolescenti dai 12 anni di età, oltre al ciclo vaccinale primario con due dosi, è raccomandata una dose di richiamo a distanza di 4 mesi dalla 2° dose.

(Lorena Cacace/LaPresse)

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