Covid, sugli hacker indaga l’antiterrorismo. D’Amato: “Prenotazioni vaccini ok entro venerdì”

A Roma indagano i pm dell'antiterrorismo che ipotizzano i reati di accesso abusivo a sistemi informatici e tentata estorsione, anche se la Regione assicura che una richiesta di riscatto non sia stata formalizzata, e in ogni caso non sarebbe presa in considerazione.

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

ROMA – L’indagine della polizia postale sul cyber-attacco contro la regione Lazio si allarga, a caccia dei responsabili di un’offensiva che blocca da domenica scorsa le prenotazioni dei vaccini anti-Covid e altri fondamentali servizi.

A Roma indagano i pm dell’antiterrorismo che ipotizzano i reati di accesso abusivo a sistemi informatici e tentata estorsione, anche se la Regione assicura che una richiesta di riscatto non sia stata formalizzata, e in ogni caso non sarebbe presa in considerazione. A coordinare le indagini di piazzale Clodio il procuratore capo Michele Prestipino e l’aggiunto Angelantonio Racanelli, mentre proseguono i tentativi di attacco informatico e “l’attenzione resta massima”, fa sapere la Regione. Sul furto di dati chiede chiarimenti anche il Garante della privacy mentre in via Cristoforo Colombo proseguono le verifiche tecniche di sistema per ripristinarne la funzionalità.

Entro venerdì mattina saranno riattivate le prenotazioni della campagna vaccinale, assicura l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, “Allo stesso tempo – si legge in una nota – sono stati isolati e messi in sicurezza in appositi cloud tutti i dati dei servizi che non sono stati attaccati, come i dati sanitari”.

La Regione ricorda che sono attivi i servizi della protezione civile, del 118, del 112 e del centro trasfusionale. I dati del bilancio regionale sono in sicurezza ed entro la fine di agosto saranno riattivati anche i sistemi di pagamento regionale.

La vicenda è al centro dell’audizione in Copasir del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che evidenzia una recrudescenza del fenomeno e rileva la necessità di agire con urgenza per elevare il livello di sicurezza, la resilienza dei sistemi informatici e l’istruzione degli operatori. Dai primi riscontri, le porte virtuali del Centro elaborazione dati sarebbero state violate a causa di una leggerezza, un errore umano da parte di chi quei dati doveva custodire.

Sulla vicenda è al lavoro l’intelligence e domani al Copasir sarà volta della responsabile del Dis, Elisabetta Belloni. Intanto anche da Bruxelles arrivano preoccupazioni: “La Commissione sta prendendo la questione molto seriamente – fa sapere la portavoce Sonya Gospodinova – e cerchiamo di assicurare uno spazio online molto sicuro e affidabile per i cittadini e le imprese, ovvero uno spazio resiliente che sia sicuro contro gli attacchi cyber”.

di Alessandra Lemme

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome