Cresce la variante Delta nel mondo. Al via 3a dose in Israele. Ue: siamo pronti

La variante Delta si sta prendendo la scena. Anche nei luoghi dove il virus sembrava sotto controllo grazie all’alto tasso di vaccinazione, ora si corre ai ripari

A woman reacts as a health worker tries to take her swab sample to test for COVID-19 in Jammu, India, Wednesday, May 12, 2021. (AP Photo/Channi Anand)

BRUXELLES – La variante Delta si sta prendendo la scena. Anche nei luoghi dove il virus sembrava sotto controllo grazie all’alto tasso di vaccinazione, ora si corre ai ripari. Israele ha ufficialmente dato il via libera alla terza dose di richiamo dei vaccini. Sarà disponibile solo per coloro che hanno ricevuto la seconda dose almeno cinque mesi prima. Mentre è escluso chi è guarito dal Covid-19 e chi non è stato vaccinato. E così da domenica i cittadini israeliani over 60 potranno già ricevere la nuova somministrazione.

Un’eventualità a cui sta pensando anche l’Unione europea, che ancora non ha ricevuto indicazioni dall’Ema, l’agenzia europea per i medicinali, ma che ha detto di essere pronta all’eventualità. “Siamo molto ben consapevoli che può esserci bisogno di un’ulteriore dose di richiamo e questo è uno dei motivi per cui ci siamo preparati – ha detto il portavoce della Commissione Ue, Stefan De Keersmaecker – ad esempio concludendo un terzo contratto con Pfizer, tempo fa, che prevede 1,8 miliardi di dosi”. Queste, ha spiegato, sono state ordinate “in caso dovessero servire per altre vaccinazioni contro le varianti o per vaccinare altri gruppi come i più giovani. Abbiamo anche esercitato l’opzione 150 miliardi di dosi con Moderna per essere preparati meglio a tale situazione. Nel frattempo, continueremo a seguire la situazione con l’Ema”, ha aggiunto.

E sull’efficacia dei vaccini, dalla Gran Bretagna è arrivato un dato da non trascurare. Il vicedirettore medico dell’Inghilterra, Jonathan Van-Tam, in un programma della Bbc, ha detto che secondo l’ultima analisi del Public Health England “i vaccini hanno impedito ora in totale, da quando li abbiamo somministrati, 22 milioni casi di infezione da Covid e 60.000 morti”. Intanto nel Regno Unito i nuovi casi di Covid sono di nuovo aumentati per il secondo giorno consecutivo, dopo il calo anomalo registrato per sette giorni. I casi sono passati dai 27.734 di ieri ai 31.117 di oggi – un aumento di 3.383, inferiore a quello registrato ieri 4.223. I nuovi casi sono però ancora al di sotto di quelli confermati una settimana fa (39.906). I decessi sono stati 85.

Anche dall’altra parte del mondo, in Giappone, non si arresta l’avanzata del virus. Per la prima volta sono stati superati i 10mila casi mentre a Tokyo, per il terzo giorno, è record di infezioni: 3.865 contagi. Le autorità locali sono preoccupate perché il Giappone, che finora ha mantenuto i suoi casi e i suoi decessi inferiori rispetto a molti altri paesi, vede ora crescere la sua media settimanale a 28 casi ogni 100.000. Questo rispetto ai 18,5 negli Stati Uniti, 48 in Gran Bretagna e 2,8 in India. Anche in Cina riappaiono i contagi. Pechino ha registrato i primi due casi di Covid-19 dopo sei mesi, mentre le autorità si stanno adoperando per prevenire la diffusione della variante Delta, dopo il rilevamento di un focolaio collegato all’aeroporto di Nanchino. Sebbene l’ultimo conteggio nazionale segni un leggero calo rispetto agli 86 casi registrati martedì, la diffusione del virus attraverso i confini provinciali sta suscitando allarme tra i leader del Paese, dopo oltre un anno di basso numero di contagi.

Negli Usa ci si interroga su come arginare la variante Delta. Il consigliere della Casa Bianca per il Covid-19, Anthony Fauci, ha spiegato la ragione che ha portato a reintrodurre la raccomandazione delle mascherine al chiuso anche ai vaccinati. I dati più recenti mostrano che una persona vaccinata può infettarsi con la variante Delta e “anche se è un evento raro, può trasmettere il virus alle persone non infette”. I Centri per il controllo delle malattie non sono cambiati, ha precisato Fauci, “quello che è cambiato è il virus”. Negli Usa non si discute di green pass ma il tema delle vaccinazioni come requisito per il ritorno alla normalità è sul tavolo. Le aziende e i locali iniziano a chiedere la vaccinazione a dipendenti e clienti. Google e Facebook hanno deciso di riaprire al ritorno al lavoro dei dipendenti in ufficio, a partire dalla metà di ottobre, ma solo dopo aver effettuato il vaccino. A New Orleans alcuni locali musicali hanno deciso di richiedere la prova della vaccinazione o un test negativo per far ascoltare la musica all’interno.

Che i Paesi abbiano il pass o meno, gli Stati stanno pensando di chiedere comunque prove di vaccinazione. Il presidente Joe Biden sta pensando di introdurre l’obbligo ai dipendenti federali. Molti guardano al Certificato digitale Covid europeo e sono interessati a stringere accordi con l’Ue. I vaccini rimangono l’unico strumento che fa la differenza, come ha sottolineato il commissario Ue Paolo Gentiloni in un’intervista al Financial Times. Se la diffusione della variante Delta ha presentato un “rischio negativo” per la crescita – ha detto – la situazione attuale è molto più propizia dato il rapido tasso di vaccinazioni contro il Covid, che nell’Ue ha ora raggiunto i livelli degli Usa. “Allo stesso tempo dovremmo essere molto chiari – ha precisato – siamo in una situazione diversa da quella dell’estate scorsa e la differenza è causata dai vaccini e dalle vaccinazioni”.

(LaPresse)

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