Cuneo, tentativo di rivolta in carcere: agenti feriti

La protesta è rientrata dopo una lunga trattativa all'1.30 circa consentendo così di far terminare il servizio al personale di turno pomeridiano

Foto Piero Cruciatti / LaPresse

MILANO – Tentativo di rivolta nel carcere di Cuneo. Una violenta protesta si è registrata nella tardissima serata di ieri nelle celle della terza e quarta sezione del carcere Cerialdo. A dare notizia è l’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del segretario generale Leo Beneduci spiegando che la protesta trae origine dal fatto che un detenuto ha tentato il suicidio nel reparto isolamento, ma è stato salvato in tempo solo grazie al tempestivo intervento dall’agente di servizio.

Il carcere di Cuneo nel caos, si scatena la protesta

In seguito, un altro detenuto ha però diffuso la voce che l’altro ristretto era deceduto è questo ha determinato una violenta protesta degli altri detenuti della terza e quarta sezione (sezioni detentive a regime ordinario con la presenza di più di cento detenuti di varie etnie) che attraverso il lancio di bombolette di gas che, con le fiamme, diventano vere e proprie bombe.

I detenuti hanno dato fuoco alle coperte per appiccare un incendio

I detenuti hanno anche incendiato coperte e stracci gettandole nei corridoi delle sezioni detentive. Solo l’intervento dei poliziotti penitenziari di sevizio insieme agli agenti del gruppo operativo mobile si sono evitate drammatiche conseguenze.

Alcuni agenti hanno riportato delle ferite

La protesta è rientrata dopo una lunga trattativa all’1.30 circa consentendo così di far terminare il servizio al personale di turno pomeridiano. Alcuni agenti sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cuneo. Gli agenti della polizia Penitenziaria hanno dovuto prestare ininterrottamente servizio pur di tenere sotto controllo la situazione che si era determinata.

La denuncia dell’Osapp

“Peraltro – indica il leader dell’Osapp – questo episodio dovrebbe fare severamente riflettere le autorità politiche del Dicastero della Giustizia e l’intero Governo rispetto alle condizioni gravemente critiche e senza ritorno del sistema penitenziario italiano nonché rispetto ai crescenti rischi e all’assenza di qualsiasi forma di tutela del personale di polizia penitenziaria soprattutto in distretti penitenziari quali quello del Piemonte – Liguria e Valle d’Aosta in cui nessuna forma di attenzione e-o intervento è da tempo posta in essere dai responsabili regionale e centrali dell’amministrazione penitenziaria”.

(LaPresse)

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