Da Ciccio Zagaria mozzarella ai dipendenti della Conservatoria di S. Maria Capua Vetere

Gli investigatori: soliti accettare utilità per velocizzare gli iter burocratici. A chiedere i pacchi di ‘oro bianco’ per oliare gli ingranaggi sammaritani un commercialista di Cancello Arnone

CASAPESENNA – Intercetta oggi, intercetta domani, fallo per settimane, mesi, anni e diventa altamente probabile che gli investigatori entrino in contatto con un mondo di malefatte, soprattutto se ad essere pedinato e ascoltato è un mafioso del calibro di Francesco Zagaria: estorsioni, omicidi, corruzione, gare d’appalto truccate, voto di scambio. Non si è fatto mancare niente. Reati gravi: molti accertati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, alcuni raccontati ai magistrati dallo stesso Zagaria, quando nell’estate 2019 ha iniziato a collaborare con la giustizia. Tre anni prima del pentimento, mentre i militari dell’Arma erano sulle sue tracce per comprendere quanto e come incidesse nella politica e negli affari capuani, si sono imbattuti in una conversazione che ha svelato presunte condotte non proprio corrette avute da alcuni dipendenti della Conservatoria. Zagaria aveva conferito un mandato ad un commercialista di Cancello Arnone affinché svolgesse alcune formalità burocratiche. Il professionista, dopo aver parlato con l’avvocato in merito al recupero di certe somme, disse a Zagaria di essersi recato in tribunale e di aver appreso che era necessario rivolgersi alla Conservatoria: “Ti dico proprio la verità e poi la cortesia Franco, tu lo sai come agiscono queste cose – gli spiegò il commercialista -, domani mattina io passo un attimo… due, tre pacchi di mozzarella per queste della…”. E Zagaria si mostrò disponibile all’approccio: “Io già volevo dirvelo dottore, stavo dicendo: che vi serve? Che devo preparavi se dovete… avete capito?”. E il cancellese, in sintonia con il suo cliente gli fece l’elenco: “Niente di particolare, un chilo e mezzo di mozzarella ciascuno, tre, quattro pacchi di mozzarella”. Per i carabinieri la conversazione non lascia dubbi: presso la Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere, i dipendenti erano soliti accettare “utilità di natura non patrimoniale” per accelerare gli iter burocratici. A confermare la tesi degli investigatori è sempre il commercialista: “Dico la verità – disse il professionista – me l’hanno chiesto”. L’attività investigativa dei carabinieri di Caserta ha dato vita a due ordinanze cautelari per Francesco Zagaria: una, nel 2017, riguardante alcune condotte estorsive e una bisca messa in piedi a Grazzanise, l’altra, nel 2019, incentrata sulla sua partecipazione al clan dei Casalesi, agli omicidi di Sebastiano Caterino e Umberto De Falco e all’ipotizzato patto politico-mafioso che avrebbe stretto con Carmine Antropoli, Marco Ricci e Guido Taglialatela (fino al 2016). In entrambe le inchieste, condotte dal pm Maruizio Giordano della Dda di Napoli, non ci sono contestazioni riguardanti i rapporti con la Conservatoria che, se saranno approfonditi (se sono già stati approfonditi) sarà probabilmente compito della della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Non è da escludere che il commercialiste millantasse, cioè che quelle mozzarelle non fossero ‘necessarie’ per ottenere quanto serviva alla Conservatoria.

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