Ddl Zan, il Senato approva la ‘tagliola’ con 154 voti favorevoli

Stop all'esame degli articoli. Si va al voto segreto. Seduta sospesa: riprenderà dopo la capigruppo

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – L’Aula del Senato ha approvato la proposta di non passaggio all’esame degli articoli del ddl Zan. La cosiddetta ‘tagliola’ presentata da Lega e Fdi ha ottenuto 154 voti favorevoli, 131 contrari, e due astenuti. Dopo il voto segreto la presidente di Palazzo Madama, Casellati, ha sospeso la seduta che riprenderà al termine della Conferenza dei capigruppo.

“Sono arrivate due richieste di votazione a scrutinio segreto riferite alle proposte di Lega e FdI di non passaggio agli articoli. Il presidente ritiene ammissibili queste due richieste di votazione segreta in base al regolamento e in base ai precedenti”, ha spiegato in aula Casellati.

“Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle: hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie, e hanno affossato il Ddl Zan. Ora ripartiamo dalla proposta della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione”, commenta il leader della Lega Matteo Salvini.

Zan: “Con la tagliola della Lega legge affossata”.

“È un gravissimo danno per il Paese e bisogna riflettere su quello che è accaduto. Si tratta di una grave sconfitta di tutto il Parlamento alla fine. Sono molto amareggiato”. Così Andrea Marcucci, senatore del Pd. “È evidente che c’è stato un travaso di voti, e anche molto consistente. Almeno una ventina – aggiunge -. Il Misto è fuori controllo, certo, ma sinceramente non mi aspettavo questo voto. Servirà una riflessione anche per come è stata gestita questa vicenda perché se questa è la conclusione vuol dire che degli errori sono stati fatti”. “Bisogna chiedere le dimissioni di chi ha gestito questa vicenda, nel gruppo e in Commissione Giustizia“, le parole di Valeria Fedeli, senatrice del Pd, 

“Dopo essere sopravvissuti di un solo voto a scrutinio palese a luglio, accettare oggi la roulette russa di un voto segreto senza un piano e senza paracadute, rifiutando anche un rinvio di qualche giorno per trovare una soluzione, è il più raro esempio di insipienza e dilettantismo cui mi sia capitato di assistere in questi anni di politica. Significa non avere la più pallida idea di come funziona il parlamento, è il commento di Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva.

Da Forza Italia in aula la capogruppo Anna Maria Bernini, rivolgendosi ai colleghi del centrosinistra, ha affermato: “Avete chiesto la ‘prova d’amore’: andiamo in Aula, calendarizziamo gli interventi, togliete il non passaggio agli articoli, togliete la richiesta di rinvio in Commissione. Tutto questo con la vostra formula preferita della ‘cambiale in bianco’ che non prevede contropartite. Questa non si chiama trattativa, si chiama prevaricazione”. “Noi voteremo a favore del non passaggio agli articoli per consentire a questa norma di tornare sul tavolo e per confrontarci sui punti essenziali”, ha chiarito Bernini.



LaPresse

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