Def: Draghi apre a tavolo permanente. Sindacati: “Bene il metodo ma vogliamo risposte concrete”

Un confronto permanente tra governo, sindacati e imprese che si articoli in tavoli tecnici e punti a diventare strutturale, per costruire così un patto sociale per gestire la situazione di crisi economica portata dal precipitare degli eventi internazionali.

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse 05-04-2022 Torino, Italia Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto, insieme al Sottosegretario Roberto Garofoli, alla cerimonia di firma del Patto per Torino.

ROMA – Un confronto permanente tra governo, sindacati e imprese che si articoli in tavoli tecnici e punti a diventare strutturale, per costruire così un patto sociale per gestire la situazione di crisi economica portata dal precipitare degli eventi internazionali. Questa la proposta avanzata dal premier Mario Draghi all’incontro di questa mattina con Cgil, Cisl e Uil a Palazzo Chigi, a cui era presente anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Proposta che assumerà concretezza già a partire dal prossimo round, previsto a strettissimo giro per dopo Pasqua. Bene il metodo, dicono i sindacati, che però attendono risposte nel merito delle questioni sollevate nel corso della riunione.

I dossier sul tavolo sono molti, in effetti, a cominciare dai 5 miliardi stanziati dal Def – licenziato ieri pomeriggio dal Cdm – definiti insufficienti da tutte e tre le sigle sindacali, che concordano sulla necessità di uno scostamento di bilancio. Ma non solo. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, invoca interventi sui patrimoni e sui redditi più alti con “prelievi di solidarietà” per tutelare i più fragili e chi, a causa dei rincari vertiginosi, non riesce ad arrivare a fine mese, mentre Giulio Romani, confederale della Cisl, le risorse per far fronte alla crisi si possono trovare invece “oltre che dallo scostamento, anche tassando di più gli extraprofitti – il 10% è poco – e dal recupero dell’Iva nominale generata dall’aumento dei prezzi”. Sul banco, anche le scelte di politica industriale a partire dalla questione energetica, su cui i sindacati hanno richiesto una cabina di regia: “vanno fatte delle scelte precise – afferma Landini – o si investe sulle rinnovabili o saremo sempre in emergenza”. Si devono poi rivedere le leggi che regolano il mercato del lavoro, per arginare il problema della precarietà, così come va riaperto il dialogo sulle pensioni: “è fondamentale nel nostro Paese, e c’era un’intesa”, ricorda ancora Romani, recuperando le parole d’ordine che avevano guidato il confronto con l’esecutivo nei mesi precedenti all’esplosione del conflitto in Ucraina: pensioni di garanzia per i giovani, maggiore flessibilità in uscita, previdenza complementare. Ancora, il caro-vita che grava sulle fasce più deboli e che spinge la Cgil a ribadire la necessità di “una moratoria sui mutui, del blocco degli sfratti e l’aumento del fondo di affitto, così come l’aumento dei bonus per pagare le bollette e i rincari che ci sono stati, vista l’inflazione, e che facciano arrivare ai pensionati e ai lavoratori con redditi più bassi dei soldi in tasca”.

Insomma, dai sindacati sì all’approccio dialogante di Draghi, purché arrivino risposte concrete. “Sul metodo ci siamo, ma nel merito, rispetto alla perdita di potere d’acquisto dei salari e dei pensionati, all’aumento dei costi dell’energia, no: non sono arrivate risposte per i cittadini”, ha detto infatti il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri, ironizzando sul fatto che il patto sociale possa rivelarsi un reboot di “Natale in casa Cupiello, dove De Filippo chiedeva se piaceva il presepe senza curarsi della salute della madre e della figlia. Ti piace o presepe o ti piace il patto?”. Gli fa eco Landini, sottolineando che “la proposta del Governo di riconvocare un tavolo con i sindacati e le imprese dopo Pasqua è importante, noi siamo disponibili”, ma che “ad oggi, sulle richieste che abbiamo avanzato ancora non abbiamo ricevuto risposta. E per questo, nel merito, non possiamo dirci soddisfatti”. Non troppo distante, infine, la Cisl, che approva “l’idea di un patto sociale, ma – precisa – dobbiamo riempirlo di contenuti, di merito. Si deve partire, come negli anni ’90, dalla condivisione degli obiettivi che questo patto si vuole dare, per capire che Paese si vuole costruire e come.”

LaPresse

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