Riforme, su Fisco e Csm tensioni in maggioranza. Draghi al centrodestra: “Non aumentiamo le tasse”

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse Cabina di regia a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi e i capidelegazione di maggioranza

ROMA – Così si “mette a rischio il Governo”. Le parole della capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, fotografano bene lo stallo della maggioranza su due riforme chiave dell’esecutivo targato Mario Draghi: quella sul Fisco e quella del Csm. L’esponente dem accusa il centrodestra e si riferisce alla fumata nera sulla delega fiscale, con annessa bagarre in commissione a Montecitorio, ma gli strascichi si avvertono anche nella riunione odierna sulla riforma della magistratura, tra i partiti di Governo e il ministro della Giustizia Marta Cartabia.

E si fa sempre più largo l’idea che l’unico a poter sciogliere i nodi, ed evitare il collasso della maggioranza, sia proprio il presidente del Consiglio. E infatti oggi Palazzo Chigi interviene: “Nessuno pagherà più tasse. Il Governo non tocca le case degli italiani. E lo stesso sarà per gli affitti e per i risparmi”, è la linea che filtra da fonti dell’esecutivo. La giornata si apre con i postumi dello scontro nella notte in commissione Finanze alla Camera, tra il centrodestra di governo e gli altri gruppi della maggioranza.

Mentre si stavano votando gli emendamenti alla delega fiscale i commessi sono dovuti intervenire per sedare una bagarre tra deputati, a fronte della decisione del presidente Luigi Marattin di sospendere la seduta. Lo stesso esponente di Italia Viva oggi spiega che “le riforme non si fanno votando ’24 a 24′, non è stato questo lo spirito fin qui. Quindi ho ritenuto necessario avvertire palazzo Chigi che le condizioni politiche sono mutate e ho annullato tutte le convocazioni della Commissione. Così non si può andare avanti”, annunciando, di fatto riconsegnando la ‘palla’ al premier Draghi.

Marrattin non è il solo a cercarlo. Il centrodestra di governo chiede il confronto a palazzo Chigi, prima la Lega – al termine del vertice del partito a cui ha partecipato anche il ministro Giancarlo Giorgetti – con Salvini che rimarca: “Non è il momento di mettere le mani nelle tasche degli italiani”. La richiesta di un vertice col premier arriva anche da Forza Italia che “considera dirimente l’impegno preso dal governo a non aumentare le tasse sulla casa come sui risparmi”. Ma sono “falsità”, secondo la dem Serracchiani, e “bandiere propagandistiche che non hanno alcun fondamento. È inaccettabile che, per nascondere le loro divisioni interne in vista delle amministrative, mettano a rischio il governo”.

Sul tema oggi intervengono quasi tutti i leader, a dimostrazione che la partita si è spostata a livello delle segreterie. “Mi preoccupa questo atteggiamento molto rigido da parte di alcune forze di centrodestra. Io dico sempre: poniamo questioni politiche, ci confrontiamo, ma sempre in modo costruttivo”, commenta il presidente del M5S Giuseppe Conte, auspicando una mediazione che però sembra lontana. Mentre la leader di Fratelli d’Italia parla di uno “spettacolo pietoso messo in scena ieri dalla maggioranza in commissione Finanze alla Camera sulla delega fiscale”, considerando “gravissima l’ipotesi ventilata da Draghi di porre la fiducia su una legge delega”.

A farsi carico della trattativa è quindi il Governo, che “non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse”, sottolineano le fonti di Palazzo Chigi, ricordando che “il presidente Mario Draghi ha dichiarato più volte questo impegno sin dall’inizio del suo mandato” specificando, “anche di recente, che il provvedimento non porta incrementi sull’imposizione fiscale degli immobili regolarmente accatastati”. E viene confermato per la prossima settimana l’incontro tra Draghi e i partiti di centrodestra di governo che, a quanto si apprende, potrebbe tenersi al ritorno del primo ministro dall’Algeria.

Un nuovo round si tiene anche sul fronte Csm, su cui prosegue la riunione tra la guardasigilli Marta Cartabia e i capigruppo di maggioranza in commissione Giustizia a Montecitorio. Sul tavolo le questioni della legge elettorale, del sorteggio, della separazione delle funzioni e dei magistrati fuori ruolo. A quanto si apprende il ministro chiede di sciogliere i nodi ritenuti incostituzionali entro oggi. Ma il clima generale non sembra favorevole al raggiungimento dell’obiettivo.(LaPresse)

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