Di Maio sbrocca in una riunione: “Lega insopportabile. Ad ogni provvedimento dobbiamo sederci con Conte e quell’altro”. Salvini: “Mi chiamo Matteo”

In corso lo scontro tra i due partiti su Tav e Autonomie

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Giuseppe Conte

ROMA – Sarà un’estate torrida all’interno del governo gialloverde. Al di là del meteo, in realtà i rapporti tra i due gruppi politici continuano ad essere tutt’altro che idilliaci. A complicare il tutto ora c’è un audio, la registrazione di una riunione avvenuta tra Luigi Di Maio ed alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle.

Le parole di Di Maio su Salvini 

“A volte dobbiamo subire l’atteggiamento della Lega che è insopportabile. Ma dopo le elezioni non avevamo alternativa: o andavamo all’opposizione o cercavamo di portare a casa il più possibile nelle peggiori condizioni. Ogni volta che si deve approvare un provvedimento, in Parlamento o in Cdm, ci dobbiamo sedere a un tavolo io, Conte e quell’altro là e dobbiamo fare un accordo”. Queste le parole piuttosto forti del vicepremier nei confronti del collega Matteo Salvini. Parole che non hanno altro che acuire l’acredine tra i due, palesatasi su temi delicatissimi quali Tav e Autonomia. Ed è proprio sull’alta velocità che si è espresso il ministro dei trasporti Danilo Toninelli.

Dalla Lega è arrivato il commento all’audio di Di Maio: “Quell’altro? Mah… Posso non stare simpatico ma ho un nome, mi chiamo Matteo…”, ha fatto sapere il capo del Viminale.

Le parole al veleno contro la Lega di Toninelli

“La Lega era no Tav – ha sostenuto – Oggi da sola non ha i numeri per fare passare la Tav e dovrà usare i voti del PD. Se però lo farà per fare un favore a Macron dovrà spiegarlo ai suoi elettori”. “Il Movimento Cinque Stelle – ha proseguito Toninelliè sempre stato contrario a un’opera politicamente inutile e dal punto di vista ambientale dannosa. Una ‘bidonata’ con costi enormemente superiori ai benefici. Chi ha cambiato idea è la Lega e Salvini dovrebbe chiarire sulla base di quali elementi ha cambiato idea”.

Il ministro ha poi voluto comunque sottolineare di come la Commissione europea abbia ora idee più chiare sull’argomento. E cioè sul fatto che non sia più un’opera conveniente per gli interessi italiani. Toni durissimi anche sull’autonomia con uno scontro a distanza, botta e risposta, tra Luigi Di Mario, e la ministra per gli Affari regionali, la leghista Erika Stefani.

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