Digitalizzazione aziendale: in Italia ancora a rilento la piccola impresa

Lo afferma l’ultimo rapporto dell’Istat. Dalla ricerca si evince che “le piccole imprese adottano non più di 6 delle 12 tecnologie considerate dall’indicatore europeo”. In effetti “più grandi sono le aziende, maggiore è la digitalizzazione dell’attività”

A giant screen streams a Giorgio Armani fashion live show presenting the women's Fall Winter 2021-22 collection, unveiled during the Fashion Week in Milan, Italy, Saturday, Feb. 27, 2021. (AP Photo/Luca Bruno)

ROMA – Italia ancora a rilento nella digitalizzazione aziendale la piccola impresa. Lo afferma l’ultimo rapporto dell’Istat. Dalla ricerca si evince che “nel 2020 l’82% delle imprese con almeno 10 addetti non adotta più di 6 tecnologie tra le 12 considerate dall’indicatore europeo di digitalizzazione (Digital intensity index)”. Ma tuttavia “è in crescita il numero delle aziende che utilizza l’Internet delle cose (Internet of things), che riguarda dispositivi interconnessi che raccolgono e scambiano dati e possono essere monitorati o controllati via Internet. Nel 2020, li utilizza il 23,1% delle imprese con almeno 10 addetti. La dimensione aziendale e la complessità organizzativa sono in linea con il diverso grado di digitalizzazione delle imprese che si distinguono anche per la tipologia di tecnologie implementate”.

Meglio le imprese maggiori Dal Report si capisce come più grandi siano “le aziende, maggiore è la digitalizzazione dell’attività”. Infatti “tra le imprese fino a 99 addetti gli strumenti più utilizzati sono: una velocità di connessione almeno pari a 30 Mbit/s, l’invio di fatture elettroniche, il sito web, la presenza di specifici servizi offerti sul sito. Nelle aziende con almeno 100 addetti sono più frequenti il cloud di livello medio alto, l’intensità di utilizzo di computer e device mobili da parte della forza lavoro e la presenza di specialisti ICT”. Inoltre “alle innovazioni tecnologiche più avanzate, quali robotica, analisi di big data e stampa 3d ricorrono principalmente le imprese che hanno già adottato almeno 5 delle altre attività e quindi sono connesse soprattutto a gradi di digitalizzazione alti e molto alti”.

L’accordo 

Una intesa quella tra Maire Tecnimont e Leonardo che vuole imporsi come volano per la realizzazione di “siti industriali chiavi in mano ad alto contenuto digitale, di cyber security e di tecnologie per garantire processi e prodotti più sostenibili”. Non a caso l’accordo prevede “una fase iniziale di studio di 24 mesi in cui si propone di individuare i progetti pilota in Italia e all’estero per sviluppare siti industriali di nuova generazione”. L’accordo sottoscritto dal Gruppo Maire Tecnimont e da Leonardo mira a “supportare l’evoluzione del tessuto produttivo attraverso la progettazione di impianti greenfield e brownfield di nuova generazione per la trasformazione delle risorse naturali e nella chimica verde.

Maire Tecnimont: accordo importante

Secondo il presidente di Maire Tecnimont, Fabrizio Di Amato “il rilancio della nostra economia passa anche attraverso la spinta innovativa delle eccellenze industriali ed imprenditoriali italiane a supporto della trasformazione digitale e della transizione energetica. L’accordo firmato rappresenta un tassello importante per la doppia trasformazione digitale ed ecologica del sistema industriale e rispecchia un’idea di sostenibilità a tutto tondo, in cui la sicurezza gioca un ruolo fondamentale”.

Per quanto concerne la cyber security le due aziende Maire Tecnimont e Leonardo amplieranno il loro rapporto di collaborazione: l’obiettivo resta quello di “supportare gli utenti finali degli impianti nella valutazione e mitigazione di potenziali rischi cibernetici nella fase di design, realizzazione ed esercizio dei complessi industriali”.

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