Dl sostegno, Confesercenti: risorse insufficienti, servono altri aiuti

A tratteggiare un quadro a tinte fosche è anche Cna secondo cui sei imprese su dieci resteranno escluse dai contributi a fondo perduto con il requisito della soglia del 30% del calo del fatturato

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

ROMA – La crisi morde e le risorse in arrivo non bastano, per ripartire servono più aiuti. E’ questa in sostanza la linea delle tante associazioni di categoria ascoltate in Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato nell’ambito dell’esame del decreto sostegni. Confesercenti parla apertamente di “delusione” visto che le risorse messe in campo “sono poche e insufficienti rispetto alla situazione vissuta da tantissime imprese”. Ecco quindi che si guarda già al futuro, a quella che viene definita “la partita determinante e più importante”. Ovvero la disponibilità di un decreto dedicato alle imprese che colmi le lacune palesate finora.

Le richieste

Certo, non tutto è negativo. Cia-Agricoltori Italiani ad esempio da un lato chiede di prestare “estrema attenzione alle filiere agricole più crisi e garantire liquidità agli imprenditori a rischio tracollo”. Dall’altro sottolinea positivamente alcune misure incluse nel provvedimento, in particolar modo l’inserimento del settore agricolo nel ristoro a fondo perduto, come anche il finanziamento, destinato a tutte le aziende agricole, di 300 milioni di euro per la decontribuzione previdenziale del mese di gennaio e, ancora, l’aggiunta di 150 milioni per le filiere in crisi.

I settori in crisi

Crisi che ha toccato pesantemente il settore della ristorazione e dell’intrattenimento. “Sono stati persi 250mila posti di lavoro solamente nel comparto della ristorazione – sottolinea Fipe -, con perdite del fatturato del 40%”. Una “situazione disastrosa” che dovrà prevedere nel prossimo decreto legge un intervento mirato per “dare una maggiore intensità di aiuto a chi è stato costretto a chiudere”. “Vogliamo riaprire in legalità e in sicurezza, ma è fondamentale che venga dato un messaggio e una speranza agli imprenditori – evidenzia Fipe -. L’alternativa purtroppo è un dilagante e incontrollabile disordine sociale”.

Altro allarme a suonare è quello riguardante le aziende del commercio non alimentare. “Le misure di ristoro, oltre a non essere adeguate ai danni subiti in questo ultimo anno, non mettono al riparo da crisi di liquidità” spiega Federdistribuzione chiedendo di prevedere la sospensione dei versamenti tributari e contributivi per le imprese costrette alla chiusura delle attività in questi mesi, e la proroga del credito di imposta sugli affitti anche per il primo semestre 2021.

Servono aiuti

A tratteggiare un quadro a tinte fosche è anche Cna secondo cui sei imprese su dieci resteranno escluse dai contributi a fondo perduto con il requisito della soglia del 30% del calo del fatturato. Ecco perché è necessario un meccanismo di decalage che riduca progressivamente il beneficio ma ampliando la platea dei beneficiari. Confagricoltura propone poi alcune nuove disposizioni che, con misure di semplificazione e interventi per l’accesso al credito, sostengano il sistema delle imprese agricole in una chiave di rilancio e non solo di ristoro. Per Confapi invece resta necessaria “una vera e propria pace fiscale”. E una riforma degli ammortizzatori sociali “accompagnata da una profonda revisione delle politiche attive del lavoro”.

Sostenere le imprese per ripartire

Insomma, le richieste non mancano. Assaereoporti, registrando un traffico aereo in costante peggioramento, invoca misure di intervento a sostegno delle imprese per la ripartenza del settore. Confedilizia denuncia invece il fatto che il decreto sostegni ha dimenticato del tutto “la questione degli affitti, abitativi e commerciali. E, più in generale, i problemi dei proprietari di immobili”. Riguardo poi al blocco degli sfratti, previsto fino al 30 giugno, “occorre interrompere questo vero e proprio sopruso di Stato”. Confartigianato chiede poi una proroga al 31 dicembre delle misure di sostegno alla liquidità delle aziende con nuove moratorie di pagamento dei finanziamenti. Per Confcommercio infine punta su ristori più adeguati, inclusivi e tempestivi.

(LaPresse/di Ronny Gasbarri)

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