CASTELVOLTURNO – Avrebbe fatto parte del ‘cerchio magico’ di Nicola Sergio Kader, referente del clan Bidognetti sul Litorale. Ed ora che il suo presunto leader è in prigione, potrebbe essere proprio lui ad andare a gestire la rete di pusher attiva in città: a sostenerlo sono i carabinieri che, coordinata dall’Antimafia partenopea, stanno indagando sugli affari castellani della cosca di Cicciotto ‘e mezzanotte. Un’inchiesta che, allargata anche al gruppo Schiavone, ha già innescato, lo scorso novembre, 37 misure cautelari ordinate dal giudice Isabella Iaselli (tra i destinatari del provvedimenti c’è pure Kader), ma che sta proseguendo e potrebbe coinvolgere nei prossimi mesi molte altre persone.
A spingere gli investigatori a ritenere che Cecoro sia stato vicino al gruppo criminale rappresentato da Kader ci sono varie intercettazioni. In una di queste emerge che dopo il primo arresto del presunto capozona, avvenuto nel 2021, i suoi familiari si sarebbero rivolti proprio a Cecoro, ora 38enne, per ricevere sostegno economico, dato che durante il blitz le forze dell’ordine sequestrarono 10mila euro in contanti che aveva in casa. Ma Cecoro si rifiutò di dare loro denaro perché Kader, a suo dire, gli era già debitore della stessa cifra.
Dall’attività intercettiva sarebbe emerso pure che Kader, spalleggiato da Cecoro secondo quanto ricostruito dai carabinieri, si sarebbe avvalso di un gruppo di albanesi per alimentare il sistema di narcotraffico.
I carabinieri, inoltre, ritengono che Cecoro, anche con Kader in cella, avrebbe continuato ad avere rapporti con personaggi orbitanti intorno al clan Bidognetti, come alcuni familiari di Alessandro Cirillo ‘o sargente (ex esponente dell’ala stragista guidata da Giuseppe Setola) Significativa per i militare anche una conversazione in cui un 52enne originario di San Cipriano d’Aversa si lamentava con lui del mancato incasso di alcuni soldi relativi a dei lavori che aveva svolto. E Cecoro lo avrebbe rassicurato riferendogli che il giorno successivo avrebbe fatto intervenire sul debitore Antonio Lanza, alias Piotta, ras dei Bidognetti e dallo scorso gennaio collaboratore di giustizia.
Cecoro è già stato coinvolto in indagini della Dda tese a colpire la cosca Bidognetti, ma non è tra i destinatari delle misure cautelari scattate lo scorso novembre. In relazione alle nuove ipotesi di reato che hanno tracciato i carabinieri (e che, in quanto tali, potrebbero essere ritenute non fondate quando ad analizzarle sarà un Tribunale), è da ritenere innocente fino ad un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.
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