Elezioni, dietrofront di Salvini sui ministri. Meloni: “Io premier se FdI avrà un voto in più”

In foto Giorgia Meloni Foto AP / Andrew Medichini, File

ROMA – Un altro dietrofront, stavolta nel campo del centrodestra. Dopo il no di Carlo Calenda all’alleanza tra Azione e Pd, a ingranare la retromarcia è Matteo Salvini. Il segretario della Lega, che per settimane ha chiesto agli alleati della coalizione di indicare prima del voto alcuni nomi della futura squadra di governo, sembra averci ripensato. “Chi fa cosa lo decidono gli italiani con il voto del 25 settembre”, sottolinea ora il Capitano che sogna di tornare al Viminale.

Palazzo Chigi d’altronde, stando almeno ai sondaggi, non sembra contendibile a Giorgia Meloni. Per il ruolo di premier si candida infatti apertamente la presidente di Fdi, ricordando le regole in vigore nel centrodestra: “Il partito che prende più voti propone il nome del premier. E se Fdi prende più voti il nome sono io, certo. Perché si dovrebbe indicare un altro”. Dopo aver messo in chiaro l’obiettivo finale Meloni sottolinea però che non farà campagna elettorale “parlando di nomi, di premier, di ministri”.

Insomma, nessuna anticipazione. Un concetto che aveva chiarito nei giorni scorsi spiegando che “da che mondo è mondo” le squadre di governo “si fanno sulla base del risultato elettorale, significa rispettare i cittadini”. Ragionamento che Salvini sembra aver fatto proprio, anche se il leghista non intende rinunciare al tentativo di rimonta ai danni della leader del partito di via della Scrofa: “Se gli italiani scelgono il centrodestra, e nel centrodestra danno un consenso in più alla Lega, sono pronto a prendermi l’onore e l’onere di prendere per mano questo Paese e di scegliere il meglio per questo Paese. Quindi non ci sono ministri adesso, premier adesso, sottosegretari adesso. Aspettiamo il 25 settembre”. “Poi ovviamente per me Meloni e Berlusconi sono due amici, oltre che due alleati – afferma –, e quindi tutti potranno fare tutto. Tutti sono all’altezza di fare tutto”.

Ma per capire chi farà cosa si dovrà attendere. Già nelle prossime ore invece dovrebbe chiudersi il lavoro sul programma di governo. Il tavolo di centrodestra è stato riconvocato per domani, per ultimare tutte le fasi di strutturazione del testo. “Il programma – conferma Salvini – sarà pronto entro questa settimana. Io l’ho letto, è sostanzialmente pronto al 99%, tranne qualche limatura. Quello che interessa a me e a milioni di italiani c’è: la pace fiscale, la rottamazione delle cartelle esattoriali, l’estensione della flat tax”. E, come annuncia Silvio Berlusconi via social, “nessuna imposta patrimoniale sulla casa, sui risparmi e sulle successioni”.

Su sicurezza e immigrazione, inoltre, “non c’è niente da inventare” per il leghista visto che “ci sono i decreti Sicurezza cancellati dalla sinistra che potrebbero essere riapprovati”. E sul tema, assicura, “con Fratelli d’Italia non siamo assolutamente distanti, ogni proposta è la benvenuta. Il blocco navale? Parliamone, parliamo di tutto”. Di certo bisognerà ancora discutere per sciogliere il nodo legato alla ripartizione dei collegi uninominali.

L’intesa non è stata ancora trovata e serviranno nuove riunioni politiche per fare sintesi e accontentare tutti, soprattutto adesso che al tavolo si sono formate le due alleanze dei centristi (da un lato Udc-CI, dall’altro Nci-IaC). Non è escluso che alla fine per superare lo stallo sia necessario un nuovo vertice tra leader, al momento però ancora non calendarizzato. Tra i nomi che circolano per le liste, infine, ecco quello dell’ex sottosegretario al Mef Claudio Durigon (in quota Lega), e spunta anche quello del patron della Lazio, Claudio Lotito (con Forza Italia).(LaPresse)

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