Elezioni: endorsement Meloni a Vox innesca polemica. Letta attacca: “Ha logica autarchica”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Enrico Letta

ROMA – Giorgia Meloni contro Enrico Letta, Enrico Letta contro Giorgia Meloni. A una manciata di giorni dal voto tra la presidente di Fdi e il segretario del Pd ecco l’ennesimo botta e risposta a distanza, ancora sulle alleanze in Europa. Nel mirino stavolta finiscono da un lato il fresco viaggio del dem a Berlino e dall’altro l’endorsement della leader del partito di via della Scrofa agli spagnoli di Vox.

“Mi auguro che il centrodestra italiano guidato da Fratelli d’Italia vinca le elezioni e che questo possa fare da apripista per qualcosa di simile anche in Spagna tra qualche mese”, le parole della Meloni in una intervista all’Efe nella quale ha ricordato che con Vox c’è “stima, amicizia e lealtà reciproca”. Un legame forte confermato dallo stesso presidente di Vox, Santiago Abascal, che auspica “un grande trionfo per Giorgia Meloni, che credo rappresenti una grande reazione della sovranità delle nazioni europee contro le imposizioni ideologiche e globaliste che vengono fatte da certi uffici delle burocrazie europee”.

Insomma, un reciproco sostegno che ricorda e ricalca quello già visto tra la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement national di Marine Le Pen. L’asse Fdi-Vox ovviamente non sorprende Letta, che sottolinea come un successo del partito di Abascal “sarebbe un pessimo messaggio per l’Europa”. Preoccupato anche il segretario di Azione, Carlo Calenda: “E’ grave dire ‘se vinco io domani può vincere Vox in Spagna’. Vox è veramente un partito neofascista – evidenzia a ‘L’Aria che tira’ –. Io sono sempre più convinto che Meloni non è pronta per governare questo paese”.

E all’attacco va anche il leader dei Verdi, Angelo Bonelli: “Le dichiarazioni di Meloni fanno rabbrividire. Ha asserito che, una sua vittoria in Italia, potrebbe spianare la strada a Vox in Spagna, un partito xenofobo, omofobo e nostalgico della dittatura franchista. Ecco l’Italia che sogna: un Paese totalmente isolato dal resto d’Europa, indietro sui diritti e a braccetto con la destra xenofoba e negazionista di Orban, Trump e Bolsonaro”.

Critiche e accuse non solo però unidirezionali. Meloni, infatti, ribatte colpo su colpo prendendo di mira in particolare la trasferta di Letta a Berlino e l’incontro con l’Spd. “Se a quattro giorni dal voto il leader della sinistra va da Scholz a chiedere di dire che è meglio della Meloni, c’è un problema a difendere l’interesse nazionale – evidenzia la leader di Fdi –. Questo perché non mi risulta che Letta abbia ottenuto il tetto al prezzo del gas. E quindi l’unica cosa che ha ottenuto ieri è che la Spd dicesse ‘Letta è meglio della Meloni’.

Ora Letta ha un credito o un debito con i tedeschi? Secondo me ha un debito. È il motivo per cui non credo che un esponente politico italiano debba chiedere una mano alle cancellerie straniere, perché poi la paghi”. Diametralmente opposta la lettura del dem, “esterrefatto” dall’attacco dell’avversaria: “Le polemiche sulla mia visita sono tutte fuori posto, figlie di una idea autarchica e provinciale dell’Italia, sbagliata, che non difende gli interessi dell’Italia che si difendono insieme all’Europa”. “Io autarchica? – la replica della Meloni -. Mi definivano così anche quando tentavo di spiegare che l’Europa doveva darsi una strategia energetica. L’Europa non controlla più niente”. Visioni contrapposte emerse da settimane in una campagna elettorale ormai agli sgoccioli.(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome