Energia, big del settore: “Investire sulla transizione ma l’Ue non sia sola”

E dal simposio, organizzato a Milano da Il sole 24 ore, è emersa anche una novità sul Tap

© Riccardo Squillantini / La Presse 12-11-2007 Roma Interni Conferenza mondiale sull'Energia Nella Foto : Eni

MILANO – Investire sempre di più perché la transizione energetica diventi realtà attraverso la decarbonizzazione e le rinnovabili e l’economia circolare. Ma con un approccio globale: perché la Ue da sola non basta. E’ il messaggio rivolto dal gotha dell’energia, (da Claudio Descalzi, ceo Eni, a Francesco Starace, a.d di Enel, all’amministratore delegato di Snam Marco Alverà, a Confindustria e molti altri player di primo piano) alla platea dell’Italian Energy Summit. E dal simposio, organizzato a Milano da Il sole 24 ore, è emersa anche una novità sul Tap. Il gasdotto che trasporterà gas naturale dalla regione del Mar Caspio in Europa. Il managing director Luca Schieppati infatti ha annunciato la fornitura in Italia entro il 2020.

La sfida al cambiamento climatico

Per Descalzi l’Europa, “il continente che più ha fatto nelle rinnovabili”, non può essere l’unica a combattere il cambiamento climatico. “E’ come se fosse una goccia nell’oceano, visto che il problema è globale”. A mettere in risalto le contraddizioni esistenti è stato anche Luca Valerio Camerano, Ceo di A2A: “al tavolo mancano Usa e Cina, interlocutori fondamentali”.

Eni investe bella transizione energetica

In Italia l’Eni da tempo investe nella transizione energetica. “Abbiamo affrontato il tema soprattutto dal punto di vista tecnologico per limitare le nostre emissioni – ha spiegato l’ad – che abbiamo tagliato di oltre un terzo, arrivando con alcune nuove attività anche a quasi zero”. Nel Belpaese l’impegno finanziario di Eni “è di 22 miliardi nel quadriennio. Su tecnologia, rinnovabili e attività di esplorazione è molto importante, gli investimenti sono 5- 6- 7 miliardi”.

Il manager del gruppo del ‘cane a 6 zampe’ ha poi puntato l’attenzione sulla nuova economia che va dalla trasformazione dei complessi di raffinazione arrivando alle nuove attività di Eni. Fino a quella per “ottenere energia dalle onde”. E dal presidente di Confindustria energia Giuseppe Ricci è arrivato un monito: se non si investe gli ambiziosi obiettivi della transizione difficilmente saranno realizzabili.

Le infrastrutture energetiche

Sotto la lente degli industriali ci sarà quindi l’evoluzione degli interventi sulle infrastrutture energetiche fondamentali “per centrare gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima servono infrastrutture. Confindustria Energia lavora per fare sistema su tutta la filiera, per monitorare l’avanzamento dei lavori, “ma servono anche norme stabili”. Il Piano Energia e Clima – ricorda Ricci – al 2030 prevede un balzo da meno del 20 al 30 per cento di energia rinnovabile nei consumi finali. Una riduzione del 43 per cento dei consumi primari rispetto al 2007, che significa efficienza energetica e un contemporaneo incremento dei consumi elettrici, che dovrebbe provenire da fonti rinnovabili.

Investimenti, finanza e politica

Investimenti, finanza e politica come fulcro per la transizione energetica è la visione del ceo di Enel, Francesco Starace: “La massa di denaro che cerca uno sbocco sostenibile è incredibile” e il nuovo governo italiano “sembra abbastanza in sintonia con la Commissione Ue” nell’indicare il ‘green deal’ come “priorità”.

(LaPresse/di Laura Carcano)

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