MILANO (LaPresse) – L’aumento delle tariffe energetiche pesa sui conti delle famiglie ma anche sui costi delle imprese e rende più onerosa la produzione. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare gli aumenti di luce e gas che scatteranno dal primo ottobre. Secondo quanto stabilito dall’Autorità di regolazione Energia e ambiente (Arera). Con un aggravio per l’elettricità del 7,6% e per il gas del 6,1%.
Energia, quanto costa agli italiani il caro bollette
L’aumento della spesa energetica ha un doppio effetto negativo perché – sottolinea la Coldiretti – riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie. Ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’arrivo dell’autunno. Il costo dell’energia – conclude l’associazione – si riflette infatti in tutta la filiera. E riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e distribuzione.
L’Autorità: “Abbiamo fatto il massimo per congelare le tariffe”
L’Autorità chiarisce che “situazioni analoghe di tensioni sui prezzi si riscontrano in altri Paesi europei, come in Francia e Spagna. In cui le Autorità di regolazione stanno attentamente monitorando le dinamiche di mercato. Per assicurarne il buon funzionamento, a tutela dei consumatori”.
L’Arera spiega che l’eccezionale situazione di tensione nei mercati energetici in Europa è determinata da diversi fattori: le sostenute quotazioni internazionali delle materie prime energetiche. In particolare, i prezzi di riferimento per l’Europa del gas naturale e del carbone risultano (in euro) in aumento del 13% e del 12% nel trimestre in corso rispetto al secondo trimestre 2018. Le quotazioni del gas europeo sono spinte verso l’alto anche dall’aumento dei prezzi del gas trasportato via mare (Gnl) sui mercati asiatici (+22% – in euro – rispetto al secondo trimestre 2018), in quanto tale tensione limita in prospettiva l’offerta di gas naturale disponibile per l’Europa.
La situazione italiana e i mercati europei
La crescita senza precedenti del prezzo dei permessi di emissione di anidride carbonica (CO2, +29% negli ultimi tre mesi rispetto al trimestre precedente), cioè dei titoli che i produttori di energia elettrica devono acquistare per compensare la loro CO2 immessa nell’atmosfera. Le limitazioni e l’incertezza legata allo stop totale o parziale di 22 reattori nucleari su 58 in Francia, per manutenzione o limitazioni nell’uso dell’acqua per la refrigerazione degli impianti a causa delle elevate temperature estive.
Conseguentemente, in base ai dati di pre-consuntivo, il prezzo della borsa elettrica italiana (Pun) risulta in aumento di circa il 29% rispetto al secondo trimestre del 2018, scontando anche il calo della produzione idroelettrica e temperature superiori alla media stagionale nel mese di settembre. Inoltre i prezzi sui mercati a termine per il quarto trimestre non danno segnali di inversione dell’attuale tendenza al rialzo.