Energia, da Eni rivoluzione ‘green’: successo per il primo test magnete per la fusione nucleare

Produrre energia pulita come dal Sole. Non più un'utopia ma una rivoluzione nel mondo scientifico ed energetico che potrebbe presto vedere la luce. Eni annuncia il successo del primo test di un supermagnete per contenere e gestire la fusione nucleare.

MILANO – Produrre energia pulita come dal Sole. Non più un’utopia ma una rivoluzione nel mondo scientifico ed energetico che potrebbe presto vedere la luce. Eni annuncia il successo del primo test di un supermagnete per contenere e gestire la fusione nucleare. La sua controllata Cfs (Commonwealth Fusion Systems), società spin-out del Massachusetts Institute of Technology di cui Eni è il maggiore azionista, ha condotto con successo il primo test al mondo del magnete con tecnologia superconduttiva Hts (HighTemperature Superconductors) che assicurerà il confinamento del plasma nel processo di fusione magnetica.

La fusione a confinamento magnetico, tecnologia mai sperimentata e applicata a livello industriale finora, è una fonte energetica sicura, sostenibile e inesauribile che riproduce appunto i princìpi tramite i quali il Sole genera la propria energia, garantendone una enorme quantità a zero emissioni e rappresentando una svolta nel percorso di decarbonizzazione. La tecnologia oggetto del test è di particolare rilevanza nel quadro della ricerca sulla fusione a confinamento magnetico poiché rappresenta un passo importante per creare le condizioni di fusione controllata, e questo rende possibile il suo impiego in futuri impianti dimostrativi.

“Per Eni, la fusione a confinamento magnetico occupa un ruolo centrale nella ricerca tecnologica finalizzata al percorso di decarbonizzazione, in quanto potrà consentire all’umanità di disporre di grandi quantità di energia prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile e senza alcuna emissione di gas serra, cambiando per sempre il paradigma della generazione di energia e contribuendo a una svolta epocale nella direzione del progresso umano e della qualità della vita”, ha commentato con entusiasmo l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi.

Il Cane a Sei zampe è del resto impegnato da tempo in questo ambito di ricerca e nel 2018 ha acquisito una quota del capitale di Cfs per sviluppare il primo impianto che produrrà energia grazie alla fusione. L’azienda ha sottoscritto un accordo con il Plasma Science and Fusion Center del Mit, per svolgere congiuntamente programmi di ricerca sulla fisica del plasma, sulle tecnologie dei reattori a fusione, e sulle tecnologie degli elettromagneti di nuova generazione.

Il test ha riguardato proprio l’utilizzo di tali elettromagneti di nuova generazione per gestire e confinare il plasma, ovvero la miscela di deuterio e trizio portata a temperature altissime da fasci di onde elettromagnetiche, e ha dimostrato la possibilità di assicurare l’innesco e il controllo del processo di fusione, dimostrando l’elevata stabilità di tutti i parametri fondamentali. La tecnologia oggetto del test potrebbe contribuire significativamente alla realizzazione di impianti molto più compatti, semplici ed efficienti.

Sulla base dei risultati del test, Cfs conferma la propria ‘roadmap’, che prevede la costruzione entro il 2025 del primo impianto sperimentale a produzione netta di energia denominato Sparc e successivamente quella del primo impianto dimostrativo – Arc – il primo impianto capace di immettere energia da fusione nella rete elettrica che, secondo la tabella di marcia, sarà disponibile nel prossimo decennio. Un futuro sempre più vicino insomma.

LaPresse

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