Erminio Sinni: “Ho riportato la luce nella mia musica. Ora sogno di incidere un cd a Napoli”

‘La Terrazza’ è il suo ultimo singolo

Cinque note da brividi aprono la sua canzone più famosa, diventata in poco tempo, per uno strano gioco del destino, un cult degli anni ‘90. Eppure, nonostante ‘E tu davanti a me’ sia un brano così completo, compiuto e al tempo stesso emozionante, manifesto impeccabile della musica leggera italiana, in pochi, prima dell’anno scorso, conoscevano il nome del suo autore. Il quale oggi, finalmente, si gode quel successo arrivato con un ingiusto ritardo di trent’anni: Erminio Sinni è la dimostrazione di come il talento puro trovi, in qualche modo, presto o tardi, la strada per uscire allo scoperto e splendere di luce propria. Erminio, nato a Grosseto ma cresciuto a Roma, è quel ragazzo di 60 anni che l’anno scorso ha vinto la prima edizione di ‘The Voice Senior’, talent show Rai condotto da Antonella Clerici. Una trasmissione che, va detto, ha il merito di aver (ri)portato al successo chi meritava quelle luci della ribalta da tempo, e che ora finalmente le ritrova. Eppure il palco del talent show Rai non è di certo il più semplice calcato dal suo vincitore: grazie a un sodalizio con Riccardo Cocciante nato nel ‘92, Sinni partecipò infatti al 43° Festival di Sanremo nella sezione Novità aggiudicandosi il 5° posto. L’occasione che il destino oggi gli ha offerto, Sinni non se la lascia scappare, pubblicando ‘La Terrazza’, il brano con il quale si presenta di nuovo al grande pubblico italiano. Una canzone “piena di luce, verità e amore”, come ci racconta lo stesso Erminio Sinni, con la quale il musicista torna a farci emozionare e, la sua specialità, a farci innamorare.

Erminio, partiamo dal tuo ritrovato successo: come ti senti oggi dopo l’esperienza travolgente di ‘The Voice Senior’?

Benissimo, non mi sarei mai immaginato tutto quel che è stato. Sin dall’inizio ho cercato di guardare la cosa ‘dal di fuori’: non era semplice ritrovarsi in un battibaleno catapultato in una situazione del genere. La cosa più bella è stato l’affetto che le persone mi hanno dato: è questo il più grande successo che una persona può ottenere. Sembrano frasi fatte, ma è la sacrosanta verità. Ci vuole coraggio a mettersi in gioco, ed io ne ho ricevuto tanto dalle persone che mi vogliono bene. Tanto viene da Napoli, una città che c’è sempre stata a spingermi, a spronarmi. Fu una radio partenopea a sentire ‘E tu davanti a me’, ed è da allora che la canzone è diventata un cult. Ciò ha fatto sì che continuassi, nonostante i blocchi che si sono creati intorno alla mia persona, a credere di poter fare il cantautore. A questo popolo meraviglioso che mi ha sempre coccolato e difeso va il mio ringraziamento.

La primissima volta che sei salito sul palco di ‘The Voice Senior’ non tutti i giudici sapevano chi eri. Ci sei rimasto male?

Devo dire di sì, tuttavia lo comprendo: escluse Roma e la Campania, non ero conosciuto nel resto del Paese, nonostante tantissime coppie si siano sposate grazie alle mie canzoni. Purtroppo la mia esperienza a Sanremo è finita quella notte stessa. Gli unici che mi conoscevano erano Clementino e Gigi D’Alessio, e questo perché, appunto, sono campani.

“Non ho perso tempo, dentro ai tuoi occhi / Acqua di laghi alpini trasparenti specchi / Su quella pelle dolce e nervosa / Spina velluto liscio, delicata rosa”. L’Erminio più appassionato e poetico sembra proprio essere tornato ne ‘La Terrazza’, il tuo ultimo singolo. Parlaci di questa canzone: dove e come è nata? Esiste davvero questa terrazza?

Sì: è quella di casa mia. Ho avuto la fortuna di trovare un appartamentino a Roma proprio prima del lockdown: è stata una vera fortuna. Io e la mia fidanzata siamo rimasti piacevolmente reclusi in questa casa, da cui ho iniziato a vivere come da un altro punto di vista. Avevo bisogno di tornare alle “cose luminose”, come quelle che canto in ‘E tu davanti a me’, alle immagini di vita, come in ‘La stanza del grano’. Avevo la necessità di cercare nella memoria, in qualche stanzetta del mio cuore, quelle emozioni giovani che avevo dentro, e che ora sto rivivendo con la mia compagna da tre anni. Sono andato alla ricerca di tante sensazioni, e ho rimesso in musica quel che è rimasto dell’innocenza di quando ero più piccolo, più ‘pulito d’animo’. Ecco: la purezza di quell’anima l’ho portata in musica.

Prima di questo nuovo progetto musicale hai inciso due dischi in cui hai sperimentato generi diversi.

Mi ero discostato dal pop, incrociando tango, musica etnica, swing, suonando strumenti acustici ed eliminando l’elettronica. Poi sono tornato al pop, il genere che mi piaceva da ragazzino, e sai perché? Avevo bisogno di luce, un elemento che spero di portare a chi mi ascolta. Il periodo storico che stiamo vivendo mi ha portato a cercare il sole. I carcerati che scrivono hanno più forte l’immagine della libertà rispetto a chi è libero. Ho focalizzato le immagini, come durante le domeniche mattina di quando ero bambino. Così è nata ‘La Terrazza’.

Trent’anni dividono ‘E tu davanti a me’ da ‘La Terrazza’. Qual è il filo conduttore che lega queste due hit?

La verità della scrittura. Ho la terza media, non ho studi classici a cui fare riferimento. Mi sono sempre presentato come un pianista di piano bar, ed è così che ancora mi sento. Ho avuto la fortuna di aver vissuto molto pienamente le cose, buttandomi nelle storie senza paracadute, con la consapevolezza che potevo uscirne con le ossa rotte. Quando ero giovane, il grande autore di canzoni Paolo Cassella mi disse: “A regazzì, viè qua! Te devo insegnà ‘na cosa: le canzoni hanno bisogno di sentire la loro propria storia”. Raccontando le mie di storie, dando loro un vestito musicale, esse diventano canzoni.

E’ successo così con ‘E tu davanti a me’?

Non so come e da dove sia arrivata, a volte dubito di averla scritta io (ride, ndr). Sono andato a toccare certi tasti segreti, è come se questa canzone fosse uscita da un’altra dimensione: di certo non parlo come scrivo. Ricordo che durante i Mondiali del 2002 in Giappone regalai un disco a dei conoscenti del posto. Dopo due giorni mi arriva un messaggio in giapponese, che ovviamente ho dovuto tradurre via Google, in cui mi si diceva che la canzone numero tre, che era appunto ‘E tu davanti a me’, era bellissima. Mi chiedo cosa abbiano capito di quella canzone!

Erminio, che programmi hai per il domani?

Spero di fare uscire il mio nuovo album per Natale. Il mio sogno sarebbe quello di registrare un cd a Napoli, così che nelle canzoni si senta l’aria, il mare di questa città. Il non suonato racchiude molto: c’è, lo senti.

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