Guardia costiera: 40 km di reti e più di 11 tonnellate di pesce sequestrate

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Guardia Costiera

MILANO – Circa 40 chilometri di reti sequestrate; 221 ispezioni e 1.198 controlli effettuati; 136 illeciti amministrativi e 7 illeciti penali elevati, per un importo di sanzioni pari a 195.115 euro; più di 11 tonnellate di prodotto ittico sotto sequestro; 200 militari, 10 mezzi navali e un mezzo aereo impiegati. Sono i numeri dell’operazione ‘No Driftnets’ della guardia costiera, secondo cui “il contrasto all’utilizzo delle reti da posta derivanti illegali è sempre stato uno dei principali obiettivi del Corpo delle capitanerie di porto – guardia costiera, che nell’ultimo periodo ha registrato un generale e deciso ridimensionamento grazie alla costante attività di controllo operata sia in acque territoriali sia al di fuori di esse”.

Nel 2021, il Centro di controllo nazionale pesca (Ccnp) del Comando generale della guardia costiera ha pianificato un’operazione nazionale complessa diretta a contrastare la pesca con reti da posta derivanti irregolari, ancora utilizzate, seppur in maniera sporadica da parte di alcune marinerie.

Queste reti – si legge in una nota – non vengono ancorate al fondo, ma sono lasciate libere di muoversi in balìa delle correnti grazie a dei galleggianti che permettono alla rete di posizionarsi sopra – o appena sotto – la superficie dell’acqua. Queste reti, quando irregolari, non garantendo la selettività, intrappolano specie marine protette e tra questi cetacei, mammiferi marini, uccelli e tartarughe, costituendo – di fatto – dei veri e propri muri della morte.

L’operazione ‘No Driftnets’ (nessuna rete derivante) si è svolta sia all’interno che al di fuori delle acque territoriali nel periodo compreso tra il 15 aprile e il 15 luglio 2021, e ha previsto una serie di controlli volti a verificare l’uso e la presenza di reti irregolari a bordo delle unità da pesca in mare e a terra al momento dello sbarco dei prodotti ittici.

Nell’attività sono stati coinvolti i Centri di controllo area pesca (Ccap), distribuiti capillarmente sul territorio. Nello specifico, le sedi di Palermo, Catania, Reggio Calabria, Napoli, Bari e Civitavecchia.

Nel corso dell’operazione sono stati impiegati diversi assetti aeronavali della guardia costiera sotto il coordinamento del Centro di controllo nazionale della pesca.

Tra i risultati di rilievo, vanno segnalati l’attività di nave Gregoretti che nelle acque delle Eolie e del Tirreno Meridionale nel suddetto periodo ha sequestrato diversi attrezzi illegali e reti da posta derivanti irregolari per oltre 10km, garantendo nel contempo un controllo costante sulla regolarità della pesca del tonno sia all’interno che al di fuori delle acque territoriali, esercitata da navi italiane e di paesi terzi.

Da segnalare anche l’attività di Nave Cavallari, che ha portato al sequestro di una rete irregolare di oltre 2500 metri a largo di Amantea (Calabria). Nel corso dell’operazione, sono stati liberati due esemplari di manta, una delle quali stimata in 500 kg di peso. In merito, si ricorda che la manta rientra tra le specie per le quali è sancito il divieto di cattura ai sensi della normativa unionale.

Spazio poi all’attività svolta dal Ccnp in collaborazione con il Ccap di Reggio Calabria, che in località San Lucido (Cetraro), ha portato al sequestro di 3 reti derivanti illegali della lunghezza totale di 3800 metri circa oltre a reti irregolari nascoste all’interno di natanti da diporto.

In tutti i casi, oltre al sequestro degli attrezzi da pesca irregolari, sono scattate le sanzioni pecuniarie contro i trasgressori.

(LaPresse)

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