Esodo forzista, i berlusconiani pronti ad abbracciare Salvini. La Lega tira più di un carro di buoi

Salvini sempre più leader archivia Berlusconi

MILANO – Al via l’esodo forzista. Il centrodestra così come conosciuto fino a questo momento non esiste più.  Il ventennio berlusconiani è stato archiviato il 4 marzo scorso con il successo di Matteo Salvini e della Lega. Forza Italia a mala pena raggiunge percentuali a due cifre, Fratelli d’Italia non sfonda e molti, soprattutto tra i forzisti, sono pronti al passaggio nel partito di maggioranza.

Il salto della quaglia

Che si chiami salto della quaglia, cambio di casacca, esodo forzista o semplicemente opportunismo politico il succo è lo stesso. Da Nord a Sud in pochi sono pronti a colare a picco insieme al cavaliere e a quel partito che non da più garanzia di un posto al sole. Del resto c’era da aspettarselo, funziona così da sempre e Berlusconi lo sa, mille volte ha accolto gli esperti del salto della staccionata partitica.

Lega la nuova passione dei forzisti

Nomi illustri sono pronti a sposare il progetto di Salvini dentro o fuori dal carroccio. Sembra che a voler varcare l’uscio d’ingresso della Lega, accreditarsi e giocarsi le prossime partite elettorali, europee in primis, sono i campani Alessandra Mussolini, ormai stretta nei panni di comparsa all’interno di Fi, Nunzia De Girolamo in rotta con i vertici campani e con la vicepresidente della Camera Mara Carfagna, Gianpiero Zinzi il reietto forzista in Consiglio regionale, Franco Cardiello, Francesco Pinto ex delfino nella giunta provinciale napoletana guidata da Luigi Cesaro. A questi ‘portatori di voto’ si aggiungono il foggiano Paolo La Torre, i siciliani Tommaso Calderone, Riccardo Gallo Afflitto, Marianna Caronia e Rosanna Cannata. Risalendo lo stivale in Lazio c’è Antonio Aurigemma e la lombarda Silvia Sardone. Con loro anche amministratori locali meno ‘noti’. L’esodo forzista è iniziato.

Con la Lega, ma non nella Lega

Salvini gongola. L’idea di ampliare il proprio consenso e rafforzare la propria leadership è una bella soddisfazione dopo aver passato anni a inseguire gli altri ‘numero uno’, da Berlusconi a Matteo Renzi passando per Umberto Bossi. Ma per ‘cementificare’ il proprio peso politico non servono solo ‘soldati’ di prima linea. Nelle retrovie, in sostegno dei leghisti ‘puri’ possono arrivare i moderati. Quelli che al momento, con la morte dell’Udc, sono senza un vero partito. Insomma, la porta leghista è aperta soprattutto ai berlusconiani. L’esodo forzista è solo all’inizio.

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