Coop fallite, i genitori di Renzi rischiano un nuovo processo

Il prossimo 9 giugno si terrà l'udienza preliminare davanti al gup Silvia Romeo

FIRENZE – Non ha destato sorpresa la notizia della richiesta di rinvio a giudizio per Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori dell’ex premier Matteo Renzi, indagati dalla procura di Firenze per l’ipotesi di reato di emissione di fatture false e bancarotta fraudolenta, per il crack di tre cooperative, la Delivery Service Italia, la Europe Service e la Marmodiv, che secondo l’accusa sarebbero a loro riconducibili. Nell’inchiesta sono indagate altre 17 persone. Il prossimo 9 giugno si terrà l’udienza preliminare davanti al gup Silvia Romeo.

La linea della difesa

“La richiesta era ampiamente scontata trattandosi della questione per la quale i coniugi Renzi sono stati arrestati, provvedimento poi annullato dal tribunale del riesame”. Lo hanno commentato gli avvocati Federico Bagattini e Lorenzo Pellegrini, difensori dei coniugi Renzi. “Nel merito – hanno aggiunto i due legali – siamo assolutamente convinti che in sede processuale dimostreremo come non vi sia alcun nesso tra il fallimento della cooperativa Marmodiv e l’attività dei Renzi. Che erano clienti e non amministratori della medesima. Attendiamo con tranquillità che dopo oltre un anno di show mediatico si possa celebrare il processo nelle aule di giustizia e non altrove”.

Gli altri indagati

Gli altri indagati sono amministratori che nel tempo si sono avvicendati nei cda delle tre aziende che, secondo l’accusa, facevano riferimento ai genitori di Matteo Renzi. E che si occupavano di servizi alle imprese, tipo volantinaggio o consegna di materiale pubblicitario. Sono quelli che il gip Angela Fantechi, nell’ordinanza con cui a febbraio scorso dispose i domiciliari per i coniugi Renzi, evidenziava come ‘uomini di fiducia’. A partire dall’autista del famoso camper di Matteo Renzi per le primarie del 2012, Roberto Bargilli detto ‘Billy’. Tra gli indagati figura anche l’imprenditore ligure Mariano Massone che, sempre a febbraio, fu arrestato ai domiciliari contestualmente ai genitori di Matteo Renzi. Misura che venne revocata anche per lui.

I coniugi Renzi

Ai genitori dell’ex premier vengono contestate dall’accusa fatture false e gonfiate per circa 370mila euro. Le avrebbe emesse, secondo il pm Luca Turco, la Marmodiv, l’ultima a essere dichiarata fallita delle tre cooperative coinvolte nell’inchiesta. La Marmodiv, sempre secondo l’accusa, sarebbe stata utilizzata per “alleggerire” degli oneri previdenziali e fiscali la società della famiglia Renzi, la Eventi6, e i coniugi Renzi sarebbero gli amministratori di fatto di questa cooperativa, come lo sarebbero stati delle altre due cooperative coinvolte nell’inchiesta. Tiziano Renzi e Laura Bovoli hanno sempre respinto tutte la accuse. Durante l’interrogatorio di garanzia avevano spiegato alla gip di essere “due pensionati” e di non essere gli amministratori di fatto delle cooperative fallite.

Le vicende giudiziarie

Ma le vicende giudiziarie che vedono coinvolti i genitori del leader di Italia viva non si limitano al fallimento delle tre cooperative. Lo scorso 7 ottobre il Tribunale di Firenze ha condannato a un anno e nove mesi di reclusione (pena sospesa) Laura Bovoli e Tiziano Renzi e a due anni l’imprenditore Luigi Dagostino al termine del processo per due fatture false emesse dalla Party srl (da 20mila euro più Iva) e alla Eventi 6 srl (140mila euro più Iva), società imprenditoriali gestite dai genitori dell’ex premier. Dagostino era accusato, oltre che di fatture false, anche di truffa aggravata, perché avrebbe pagato i coniugi di Rignano sull’Arno (Firenze) per lavori inesistenti.

(LaPresse/di Francesco Bongiovanni)

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